Blitz antidroga tra Italia e Albania, sette arresti. Legami tra ‘ndrangheta e gang romana

Reggio Calabria Cronaca

Cinque arresti in Italia e due in Albania. È il bilancio dell’operazione “Affari di famiglia” che dalle prime ore dell’alba sta tenendo impegnati i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma.

Le fiamme gialle stanno infatti eseguendo diverse misure cautelari in tutto il Lazio nei confronti di sette persone che farebbero parte di un’organizzazione criminale italo-albanese dedita al narcotraffico tra Belgio, Italia e Albania.

Le indagini sono partite dall’inchiesta “La Romana” che lo scorso 10 ottobre ha portato al fermo in Calabria, Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto e Sardegna, di 18 persone ritenute appartenenti ad un’associazione a delinquere, responsabile anche di aver favorito la ‘ndrangheta, in particolare la cosca “Alvaro” di Sinopoli (LEGGI).

Proprio in quell’occasione il Gico ha setacciato i contatti di Francesco Forgione, uomo che, ritenuto vicino agli Alvaro, è stato raggiunto dal provvedimento cautelare dello scorso ottobre.

Nell’operazione i finanzieri del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno scoperto l’operatività, nella Capitale, di una pericolosa gang albanese che faceva ingenti profitti col traffico internazionale di droga.

Il clan aveva base nella Capitale e collegamenti in Albania, Olanda e Belgio, tali da importare ingenti partite di cocaina dai Paesi Bassi, per il successivo smistamento sulle piazze di spaccio romane.

I presunti referenti dell’organizzazione transnazionale sarebbero Aleks Boci, 38enne, e Florian Prendi, 31enne, che con l’aiuto di connazionali che vivevano in Belgio, avrebbero gestito i traffici di stupefacenti tra il Sudamerica, il Nord Europa e la Capitale, sfruttando una “uscita sicura” dagli spazi doganali del porto di Anversa.

La droga importata era, quindi, destinata a “grossisti” italiani: i pregiudicati Claudio Cesarini, 47enne, e Daniele Ferri, 41enne, che secondo l’accusa provvedevano poi a rifornire i pusher di stanza nella Capitale.

L’associazione malavitosa poteva contare su una nutrita schiera di collaboratori, tra i quali gli albanesi, oggi arrestati, Edmir Hatijia, 41enne, e Elidon Shperdheja, 38enne, che garantivano il trasporto della droga in Italia e, successivamente, il trasferimento all’estero.

Nel corso delle indagini, sono state documentate sei importazioni di cocaina per oltre 130 chilogrammi, di cui 9 sequestrati, e proventi illeciti per circa 1,6 milioni di euro, di cui oltre 430 mila posti sotto sequestro.

Parte della droga sarebbe stata destinata a Davide Perronace, 44enne figlio di Nicola, noto per precedenti di polizia per associazione a delinquere di stampo mafioso e perché arrestato con i vertici della cosca dindrangheta Gallace, originaria di Guardavalle ma da tempo gravitante sul litorale laziale.

L’operazione – eseguita nelle province di Roma e Viterbo – è tuttora in corso anche in Albania, in piena sinergia con le autorità locali di polizia, attivate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia del Ministero dell’Interno, con l’ausilio del II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza.