Cosca Farao Marincola. Tesoretto nascosto in Svizzera, anche un quadro prezioso

Crotone Cronaca
Santo Abossita

Un tesoretto nascosto in Svizzera, su conti correnti e in una cassetta di sicurezza contente orologi e gioielli per un valore di circa 700 mila euro. E nel caveau di un Punto Franco nei pressi di Lugano anche un prezioso quadro raffigurante "Bacco" ed attribuito addirittura alla scuola del Caravaggio.

È quanto hanno scoperto i carabinieri del Comando provinciale di La Spezia che hanno individuato nello stato elvetico conti correnti e beni che sarebbero riconducibili a Santo Abossida, considerato un narcotrafficante vicino alla cosca dei Farao-Marincola, clan attivo a Cirò Marina, nel crotonese, ed ucciso il 14 agosto del 2012 a Torretta di Crucoli, sempre in provincia di Crotone, da un sicario che lo freddò con tre colpi di pistola alla tempia incurante che la vittima tenesse in braccio anche con il figlio (LEGGI).

I militari vi sono arrivati durante un’indagine che è scattata nell'agosto scorso e che ha portato al sequestro di beni ritenuti riconducibili a un'associazione, di matrice calabrese, dedita al traffico di droga (LEGGI).

Dalla documentazione che è stata sequestrata in quell’occasione si è arrivati ad individuare dei beni che sarebbero stati trasferiti all'estero attraverso una società, la Sc Athena Classica, riconducibile a Bombina Abossida e Alicja Olszewska, rispettivamente sorella e moglie di Santo Abossida.

Da queste indagini, e da altre eseguite in Svizzera, si è giunti così ad individuare i conti correnti la cassetta di sicurezza.

Il denaro e i valori, se ne sarà comprovato il collegamento alla presunta organizzazione, come già avvenuto in agosto potrebbero essere sequestrati.

Le indagini proseguono e potrebbero essere individuati anche altri conti correnti e proprietà nascoste in paradisi fiscali all’estero.

IL TRAFFICO DI COCAINA

Santo Abossida è stato un pentito della 'ndrangheta che ha portato a far smascherare un traffico internazionale di cocaina durato per circa otto anni dal 2004 al 2012, raccontando agli inquirenti come Genova fosse una delle città di riferimento del traffico insieme a Gioia Tauro, specialmente per gli sbarchi della coca, che in gran parte veniva importata con un peschereccio.

Nel corso dell’operazione dell’agosto del 2017, si coprì un ingente patrimonio riconducibile alla sorella, Bombina, emerso dopo un furto in casa, a La Spezia, subito dalla donna nel 2014. Arrestati i ladri venne ritrovata la refurtiva, 35 mila euro in contanti più un tesoro in gioielli, che mise in evidenza una grande discrasia con i redditi che la stessa donna aveva dichiarato.

Su di lei scattarono così degli accertamenti della Guardia di finanza che avrebbero evidenziato una differenza fra i patrimoni reali e quelli dichiarati dalla Abossida e dai figli di Santo, unici eredi dei beni che il trafficante avrebbe accumulato con l'importazione della cocaina.