Omicidi efferati. Parte da Crotone una proposta di una legge sulla certezza della pena
La proposta di un disegno di legge di iniziativa popolare è stata illustrata ieri pomeriggio, nella sala Borsellino della Provincia di Crotone dalle rappresentanti delle associazioni “Libere donne”, Katia Villirillo; “DoMino”, l’avvocato Jessica Tassone e del Csv “Aurora”, Lucia Sacco.
Un’idea che sancisce un netto no alla possibilità di chiedere il rito abbreviato, con conseguente riduzione della pena, e le misure alternative al carcere nei casi di omicidio e tentato omicidio, femminicidio, omicidio di identità e omicidio stradale”.
Una legge che, per i promotori, assicuri il “diritto alla giustizia” e “la certezza dell’espiazione della pena”. A promuoverla insieme alla conseguente petizione (occorrono 50 mila firme per presentarla), Katia Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, giovane ucciso a Crotone, che ha avuto il sostegno dell’avvocato Jessica Tassone, presidente dell’associazione DoMino e del Csv Aurora di Crotone.
La stessa Villirillo, nel corso del suo intervento, ha sottolineato che “Non si tratta di una legge solo per mio figlio, ma per tutti i ragazzi che sono morti e, purtroppo, moriranno ancora” e per “i loro genitori, che vivono un dolore esistenziale che li rende come sospesi”.
Ha individuato, la stessa promotrice, un gap nella legge che ha cercato di colmare attraverso delle ricerche e con l’ausilio della Tassone. Ed è stata quest’ultima ad illustrare la proposta a livello giuridico, sostenendo di inserire un comma che non dia la possibilità di ricorrere proprio al rito abbreviato in presenza, soprattutto, di omicidi efferati ed in caso di una recidiva.
Erano presenti anche la deputata di M5S Elisabetta Barbuto, che ha dato pieno appoggio alla proposta di legge, ed ancora Pino Soriero; Ubaldo Schifino; Renato Carcea, in rappresentanza della Provincia di Crotone; Maria Ruggiero, presidente della commissione pari opportunità del Comune; l’assessore Caterina Caccavari; Maria Adele Bottaro, segretaria provinciale di Fratelli D’Italia e Paola Turtoro, portavoce regionale di Azione identitaria.
Sul versante delle associazioni è intervenuto Franco Lanzino, padre di Roberta, ragazza uccisa 29 anni fa. Anch’egli ha dato pieno appoggio alla proposta di legge, dopo aver ricordato le vicissitudini processuali della vicenda della morte della figlia e le attività svolte dalla fondazione a lei dedicata. (G.C.)