Discarica Celico, Movimento 5 stelle presenta esposto in Procura
“La contaminazione è sempre più grave”: è quanto sostengono i deputati italiani ed europei del Movimento 5 stelle riferendosi alla discarica di Celico, su cui, hanno voluto ribadire i pentastellati, bisogna “accertare eventuali reati”.
Per questo hanno presentato un esposto alla Procura di Cosenza, a firma di 13 parlamentari di Camera, Senato e Parlamento Europeo.
I firmatari sono Alessandro Melicchio, Giuseppe D’Ippolito, Paolo Parentela, Carmelo Massimo Misiti, Elisa Scutellà, Francesco Forciniti, Anna Laura Orrico, Francesco Sapia; portavoce M5S alla Camera dei Deputati.
E poi, Nicola Morra, Rosa Silvana Abate, Margherita Corrado, Giuseppe Auddino, Portavoce M5S al Senato della Repubblica. Infine Laura Ferrara, Portavoce M5S al Parlamento Europeo.
I Cinque stelle sono da diversi anni in prima linea chiedendo chiarezza sulla situazione definita da loro stessi “drammatica in cui versa la discarica di contrada San Nicola e sulle eventuali irregolarità nelle procedure di autorizzazione e di bonifica della vecchia discarica chiusa nel 2003”.
“Abbiamo ricostruito le tappe che – affermano - hanno portato alla realizzazione di una discarica nel cuore della Sila, in un bosco in Contrada San Nicola sulla cresta di una montagna, per capire come sia stato possibile che dal 1995 al 2003 si siano sversati ben 107 mila metri cubi di rifiuti, invece dei previsti 78 mila metri cubi e perché, nonostante l’accertato sversamento di percolato all'esterno di questa vecchia discarica, non sia mai stato predisposto un vero e proprio piano di caratterizzazione e di bonifica”.
“I procedimenti amministrativi – spiegano ancora i Cinquestelle - si sono avvicendati, poi, in maniera disordinata, tra autorizzazioni concesse e poi negate e poi concesse nuovamente, tra pareri negativi, prontamente superati, e mancata considerazione di vincoli e prescrizioni”.
“L’emergenza rifiuti, ormai cronica, in cui versa la Regione Calabria – continuano - ha fatto il resto e ai cittadini di Celico e dei paesi confinanti non è restata che la protesta, purtroppo ad oggi inascoltata”.
Alla base dell’esposto ci sarebbero delle analisi chimiche che avrebbero evidenziato un inquinamento di metalli pesanti, nello specifico manganese e nichel, delle acque sotterranee nell’area circostante la discarica di San Nicola.
“Valori sopra soglia che – sbottano i parlamentari - avrebbero dovuto dar luogo immediatamente alle procedure di ripristino ambientale previste per legge. Ma invece nulla è stato fatto. La politica – continuano – è rimasta a guardare, mentre associazioni e comitati denunciavano le condizioni della discarica e mentre i cittadini soffrivano per gli odori nauseabondi e temendo per la propria salute”.
“Adesso – concludono i Pentastellati - vogliamo che si faccia piena luce riguardo al preoccupante inquinamento della falda e che si capisca come si sia potuto arrivare a queste condizioni, insopportabili e lesive della qualità della vita degli abitanti dei comuni vicini alla discarica.”