Quelle patate e meloni che inondavano Crotone: era droga. 22 gli indagati

Crotone Cronaca

Patate e meloni oppure fragole. La decifrazione era semplice: i primi due indicavano dei quantitativi importanti di droga e le ultime quelli più piccoli. D’altronde chi parlava di tuberi o angurie era anche esperto in tal senso, essendo in parte venditori ambulanti proprio di frutta e verdura.


Da questo elemento ha preso difatti il nome, Fructorum, l’indagine della Dda di Catanzaro che stanotte ha fatto scattare le manette ai polsi di 21 persone, quasi tutte di Crotone (tre sono invece e rispettivamente di Isola Capo Rizzuto, Caserta e Milazzo); per un’altra – una donna – è stato invece applicato un ordine di presentazione (LEGGI).

I carabinieri del capoluogo hanno agito nel buio eseguendo gli arresti in vari comuni del crotonese ma anche nelle case circondariali di Catanzaro e Cosenza, dove in tre erano già detenuti.

Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, la detenzione e spaccio di marijuana, cocaina ed eroina, la detenzione illegale di munizioni e la ricettazione di un giubbotto antiproiettile rubato ad un’azienda di vigilanza Corigliano Calabro (nel cosentino).

Durante l’esecuzione del provvedimento è stato tratto in arresto in flagranza di reato un 21enne che - durante una perquisizione - è stato trovato con 260 grammi di marijuana e 5 di cocaina; sequestrato, inoltre e al momento a carico di ignoti, un “panetto” di hashish di 100 grammi, ritrovato nelle immediate vicinanze dell’abitazione di un arrestato.

UN’INDAGINE DURATA QUATTRO ANNI

L’indagine è stata condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile dei carabinieri del capoluogo pitagorico ed è iniziata il 17 gennaio del 2014 con l’arresto in flagranza di due soggetti (attinti oggi dalla misura cautelare) che furono trovati con quasi 2 chili di marijuana, 390 grammi di cocaina, del materiale per la pesatura e il confezionamento delle dosi, 279 cartucce di vario calibro e il giubbotto antiproiettile.

Le investigazioni successive hanno portato ad altri arresti in flagranza, eseguiti tra Crotone e Isola Capo Rizzuto: il 21 febbraio del 2014 di un 26enne trovato con 3 Kg di marijuana; il successivo 12 aprile, di un 45enne che aveva con se 60 grammi di cocaina; il 22 giugno dello stesso anno di un 26enne ed un 27enne sorpresi immediatamente dopo aver irrigato una piantagione di cannabis indica composta da 197 piante in ottimo stato vegetativo.

Nell’agosto successivo (il giorno 13), poi, un 31enne venne sorpreso mentre prelevava dal portaoggetti di un motociclo 100 grammi di cocaina; infine, il 16 luglio del 2015, una 48enne fu trovata con 56 grammi di eroina e 4 di cocaina.

LE STAFFETTE PER SCANSARE LE FORZE DELL’ORDINE

Oltre a questi arresti gli inquirenti ritengono di aver delineato la struttura organizzativa dell’associazione che operava nel capoluogo e composta in gran parte da soggetti con a carico precedenti penali o già sottoposti a misure di prevenzione.

Individuati anche i canali di approvvigionamento dello stupefacente, che sarebbe stato acquistato nelle province di Catanzaro e Reggio Calabria utilizzando delle staffette in auto o in moto per assicurare la “sicurezza” dei trasporti da eventuali controlli delle forze dell’ordine.

In una circostanza, ad esempio, uno degli arrestati di oggi, su una moto di grossa cilindrata stava facendo ritorno dall’acquisto di una rilevante quantità di cocaina nel catanzarese. Alla vista dei carabinieri che effettuavano un normale posto di controllo, nei pressi dell’aeroporto S. Anna, fuggì immediatamente arrivando fino in città, a Fondo Gesù.

Il suo tentativo di nascondersi nel dedalo dei vicoli del quartiere popolare fallì però per l’intervento in forze delle pattuglie dell’Arma che circondarono l’intero isolato e lo arrestarono, trovandogli anche 100 grammi di cocaina purissima.

LE TELEFONATE DAL CARCERE E I CARABINIERI “SOTTO CONTROLLO”

Gli inquirenti, inoltre, hanno scoperto le modalità con cui gli indagati comunicavano fra di loro: alcuni - per esempio - durante i periodi in cui erano detenuti usavano la telefonata periodica di cui avevano diritto nella struttura carceraria.

Il gruppo - fanno sapere sempre gli investigatori - sarebbe stato anche particolarmente attento ai movimenti delle pattuglie delle forze dell’ordine.

In alcuni casi, notando una “insolita” intensificazione delle gazzelle, si sarebbero organizzate addirittura delle ronde notturne a bordo di auto, che facevano la spola tra le sedi dei Comandi Provinciali e gli Uffici delle FFPP, così da verificare se vi fosse qualche operazione imminente.

IL RUOLO DELLE DONNE: CON LA COCA NELLE MUTANTE

Anche le donne avevano un ruolo specifico nella struttura venendo utilizzate per trasportare o nascondere addosso lo stupefacente e sfuggire così ad eventuali controlli.

Un caso emblematico è quello di una di loro che durante una perquisizione domiciliare, per “coprire” un presunto associato, avrebbe addirittura nascosto negli indumenti intimi 60 grammi di eroina e cocaina.

Un gruppo che sapeva anche fronteggiare i periodi di magra, quando cioè lo stupefacente scarseggiava. I militari hanno scoperto come infatti avrebbe spesso intensificato i loro sforzi per reperire la droga anche da altre fonti, “ben consapevoli che – affermano gli inquirenti - quella determinata 'congiuntura' avrebbe permesso loro un aumento considerevole del prezzo e quindi dei guadagni.

LA ROBA NEI CARICHI DI FRUTTA, ANCHE ALLE EOLIE

La “roba”, in particolare, veniva trasportata in mezzi carichi di frutta e ortaggi, così da raggiungere anche le mete turistiche delle isole Eolie, tramite un venditore ambulante originario del luogo.

GLI ARRESTATI

In carcere sono finiti in 15, tutti di Crotone: Mario Cimino, 35 anni (detenuto a Catanzaro); Francesco Crugliano, 47; Antonio De Biase, 48; Giuseppe Feroleto, 30; Antonio Gaetano, 36; Ferdinando La Forgia, 30; Pantaleone Laratta, 30 (detenuto a Catanzaro); Gaetano Manica, 31; Fabio Marino, 27; Luigi Marino, 30; Antonio Martino, 39; Francesco Martino, 27; Giancarlo Perri, 28; Francesco Ruggiero, 35 e Pasquale Torromino, 49 (detenuto a Cosenza).

Ai domiciliari invece: Alexandro Laratta, 27 anni; Pasquale Marino, 29 e Marco Pignalosa, 32; tutti di Crotone; Ferdinando Marchio, 35enne di Isola Capo Rizzuto e Stefano Giuffrida, 46enne di Lipari (Messina). Eseguito inoltre un obbligo di presentazione per una donna R.P.

Il blitz è stato condotto dai carabinieri della Compagnia di Crotone, con il supporto - nella fase esecutiva - dei colleghi degli altri reparti del Capoluogo e di Catanzaro e Messina, di una unità dell’8° Nucleo Elicotteri, del Nucleo Cinofili e dei Cacciatori dello Squadrone Eliportato di Vibo Valentia.