‘Ndrangheta: traffico d’armi e droga da Svizzera, arrestato figlio boss
I Carabinieri del reparto operativo di Varese hanno smantellato un traffico d'armi e droga provenienti dalla Svizzera riconducibile alla cosca calabrese Ferrazzo di Mesoraca. In manette 8 persone, tra cui Eugenio Ferrazzo, di 34 anni, figlio del boss Felice. Gli stupefacenti, le armi comuni e da guerra con munizioni, destinate alla stessa cosca, venivano introdotte in Italia attraverso i valichi di Brogeda (Como) e Gaggiolo (Varese) su auto condotte da una coppia di anziani svizzeri.
Le 8 ordinanze di custodia cautelare, di cui 4 in carcere e 4 ai domiciliari, emessi dal Gip di Milano Donatella Banci Buonamici, hanno concluso l'indagine avviata nel dicembre 2009 e coordinata dal Pm Mario Venditti. Altri 4 arresti in flagranza di reato erano stati effettuati nel 2010 nel corso dell'attività investigativa. Le accuse sono a vario titolo di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale, detenzione di munizioni da guerra e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. A finire in manette anche Francesco Scicchitano, 63enne di Pianopoli, in provincia di Catanzaro; Antonino Amato, 63enne catanese residente a Gerenzano, nel Varesotto, Mirko De Notaris, 36enne di Vasto (Chieti), Salvatore Ferrigno, un 49enne di origini catanesi residente a Uboldo (Varese), Cristian Margiotta, 32enne milanese, Alfio Privitera, 54enne catanese residente a Lozza (Varese) e Donato Santo, 27enne residente a Jesolo. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche sequestrato due pistole mitragliatrici, una pistola semiautomatica, un revolver con circa 500 munizioni di vario calibro e 200 grammi circa di hashish.
h 10:45 | Diversi gli episodi criminosi documentati nel corso delle indagini, condotte anche in collaborazione con la polizia svizzera. Nelle comunicazioni tra l'altro i malviventi parlavano di 'motorini' e 'marmitte' riferendosi alle armi e di 'litri d'olio' e 'donne' riguardo alla droga. Tra i momenti salienti dell'indagine l'arresto di De Notaris durante un pedinamento, e il rinvenimento in un cascinale di Sale (Alessandria) di pistole mitragliatrici e munizioni. Agli indagati è attribuita anche la compravendita di altre tre pistole, un fucile a pompa, 10 kg di marijuana e 200 kg di hashish. Scicchitano figurava come intermediario tra la Svizzera e gli acquirenti, tra cui Ferrazzo.