Processo sul canile di Mendicino, Bernini: “così si esclude il contraddittorio”
Quasi due anni son trascorsi dal blitz di Paolo Bernini, insieme ad alcune associazioni animaliste,nel canile di Mendicino in qualità di portavoce parlamentare del Movimento 5 Stelle. Circa 900 i cani reclusi in anguste gabbie simili a quelle per i polli. Finalmente poi, il rinvio a giudizio di 8 presunti colpevoli.
“L’udienza di ieri ha visto l’esclusione di tutte le associazioni animaliste che avevano chiesto l’ammissione come parte civile. Si è consumata quindi l’ennesima ingiustizia a danno degli animali in un contesto giuridico che ancora non è pronto a condannare severamente coloro che a qualunque titolo si rendono artefici o complici di maltrattamento a danno degli animali.” Asserisce l’Onorevole Paolo Bernini, Presidente DPA onlus, che aggiunge: “Sin dall’inizio siamo rimasti sorpresi del fatto che, pur essendo coinvolti funzionari comunali, il comune di Mendicino non si sia mai sentito in obbligo di costituirsi parte civile. Così come tutti gli altri sindaci convenzionati con suddetta struttura.”
“Il nostro compito come associazione– aggiunge la Berini - è anche quello di portare avanti una battaglia ideologica e culturale affinché la giustizia possa adeguarsi al mutato sentimento comune. Questo abbiamo fatto a Mendicino e questo continueremo a fare in tutti i processi in cui ci sarà da portare il nostro contributo.”
“L’esclusione delle associazioni come parti civili – precisa il membro del direttivo nazionale DPA Onlus - è solo un modo per non dar voce concreta a chi da anni si batte contro le ingiustizie a danno degli animali e contro coloro che si arricchiscono sulla pelle dei randagi.”
“DPA sará sempre presente nei processi in cui sarà necessario stravolgere a favore dei più deboli, gli equilibri processuali. Il 27 Settembre si terrà l’ennesima farsa, ossia l’ennesima udienza preliminare, in un processo in cui senza contraddittorio la sentenza parrebbe già scritta.” Concludono dall’associazione.