Lo spaccio a Nicotera era un “business di famiglia”. In manette due fratelli e il cugino
Lo spaccio di droga sarebbe stato un vero e proprio business di famiglia: due fratelli ed un cugino, che per come dimostrerebbero le indagini, avrebbero gestito con profitto la vendita dello stupefacente nell’area di Nicotera Marina, curando anche i contatti con gli spacciatori della piana di Gioia Tauro.
L’accusa contestata è, in concorso, di detenzione e spaccio; tutti e tre sono per ora finiti ai domiciliari.
Secondo gli inquirenti, il centro delle attività di spaccio nella zona sarebbe stato infatti proprio la casa dei Restuccia, utilizzata come base logistica; l’automobile di Salvatore, una Fiat Panda, sarebbe stata invece usata per le “consegne”.
Ultimo tassello il bar “Grotta Marina” di Nicotera Marina, di cui era, all’epoca dei fatti titolare il Tassone. Per gli investigatori sarebbe stato quello una vera e propria base operativa dello spaccio.
Nel corso delle attività di oggi, durante la perquisizione a casa di Salvatore Tassone, in un foro costruito in un muro di recinzione, i carabinieri vi hanno trovato altri 47 grammi di marijuana, uno di cocaina ed un bilancino di precisione.
Per questo Tassone insieme al coinquilino, Antonio Salvatore Restuccia - che è il cugino del primo e fratello degli altri due Restuccia – sono stati a loro volta dichiarati in arresto in flagranza sempre per detenzione di stupefacente.