Fondi UE, Ferrara (M5s) interroga Commissione sui ritardi del Pra regionale
«Aspettavamo il cambio di rotta, la sburocratizzazione ed un iter più snello di accesso ai bandi del Por 2014 -2020 così per come annunciato da Oliverio. Ogni speranza è rimasta inattesa». L'attacco dell'europarlamentare Laura Ferrara è diretto al governo regionale calabrese per tutte le criticità che stanno emergendo circa la gestione della macchina burocratica e del Programma operativo regionale nello specifico. «La nuova programmazione europea – continua la Ferrara- doveva essere accompagnata da un Piano di Rafforzamento Amministrativo (Pra). Uno strumento teso al rafforzamento della macchina amministrativa che contribuisce a ridurre i tempi procedurali, a semplificare gli strumenti per il raggiungimento di obiettivi e, quindi, a sostenere l'attuazione del Por. La Regione Calabria, nell'ultima riunione del Comitato di sorveglianza tenutasi a febbraio di quest'anno, ha incassato un ammonimento formale proprio sulla capacità amministrativa da parte del rappresentante della Commissione europea, il quale inoltre sollecitava la trasmissione della seconda fase di attuazione del Pra che a suo dire avrebbe permesso di effettuare un cambio culturale effettivo in termini di crescita dell'amministrazione. Conoscendo i ritardi cronici con cui viaggia la nostra Regione ho chiesto alla Commissione europea, tramite apposita interrogazione, se a distanza di oltre 3 mesi da quella riunione, la versione ufficiale della seconda fase del Pra sia arrivata a Bruxelles».
«Sono numerose le mie interrogazioni in merito alle diverse criticità emerse sia sulla rendicontazione del Programma operativo precedente, per lo più a carico di questa amministrazione, sia sull'attuazione del nuovo Por. Nelle mie segnalazioni – ricorda l'europarlamentare - sono presenti spesso problemi legati a tempistiche troppo lunghe, iter procedurali macchinosi per l'accesso ai bandi. Basti pensare al bando sull'autoimpiego la cui procedura troppo farraginosa ha causato l'esclusione di 1200 domande su 1900 pervenute per un mero vizio di forma, senza contare i tempi lunghissimi trascorsi per la pubblicazione della graduatoria. Non possono che essere negative le ricadute e l'impatto sulla vita dei cittadini calabresi se la modalità amministrativa continua ad essere fortemente carente. Il fatto che il Pra ad oggi rimanga per la Regione Calabria l'ennesima pratica da sbrigare all'ultimo minuto e non uno strumento centrale e necessario per migliorare le proprie performance la dice lunga su come questo governo regionale non abbia capito, o non abbia voluto capire, che i cittadini calabresi si aspettavano un miglioramento della propria qualità della vita in termini occupazionali, di sviluppo locale, di accesso ai servizi e tutto doveva partire da un'amministrazione della Regione ottimale o per lo meno ordinaria. Che le cose non siano andate così è sotto gli occhi di tutti – conclude -, ora aspetto la conferma anche da parte della Commissione alla quale ho chiesto di conoscere se è stato registrato un effettivo incremento della capacità di spesa dei progetti POR e se ritiene essere soddisfacente, in generale, il rafforzamento della macchina amministrativa della Regione Calabria facendo specifico riferimento alla tempistica ed alla complessità procedurale di attuazione del Por».