Tutto pronto per la presentazione del libro sulla Magna Grecia
Verrà presentato giovedì 7 giugno alle 16,45 nella Villetta De Nava della Biblioteca Comunale volume “Viaggi in Magna Grecia e dintorni in età antica”. L’incontro è promosso dal Comune di Reggio Calabria, dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca Pietro De Nava e verterà sullo studio di fondamentale importanza sulla colonizzazione greca in Occidente che contiene testi di Daniele Castrizio, Massimo Frasca, Claudia Lambrugo, Carmelo Malacrino, Carlo Ruta e Fabrizio Sudano.
Alla manifestazione condotta da Stefano Iorfida, Presidente dell’Anassilaos e da Pina D'Alatri interverranno alcuni degli autori del volume: Daniele Castrizio, Docente di Numismatica presso l’Università di Messina, Carmelo Malacrino, Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, Carlo Ruta, Saggista e storico del Mediterraneo e Fabrizio Sudano, della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia.
Il coinvolgimento delle poleis negli spostamenti verso la Magna Grecia dovette essere alquanto oneroso. Probabilmente, nello stesso nome Megálē Hellàs, con cui veniva identificato il tessuto dell’Ellade nei territori italici, è testimoniato in maniera implicita il grande sforzo che i coloni greci dovettero sostenere per dominare la natura mossa delle terre e reggere all’urto con le popolazioni indigene. Ma quei Greci dell’Occidente ebbero modo di dare stabilità alla loro presenza, restando ancorati, anche materialmente, al mare, fonte essenziale di sostentamento e base strategica della loro crescita economica e politica, per tanti versi straordinaria.
Essi occuparono infatti capillarmente le coste del Tirreno, dello Ionio e dell’Adriatico dando luogo a una complessa geometria antropica. I Calcidesi dell’Eubea fondarono città destinate a diventare ricche e influenti come Cuma, che aprì intorno al 740 a.C. le colonizzazioni elleniche nella penisola, e Reggio. Gli Achei del Peloponneso diedero vita a città come Crotone, Metaponto e Sibari. Gli Spartani edificarono Taranto, che, gareggiando con Siracusa, diveniva una polis tra le più prestigiose dell’Occidente. Si trattò di un processo lungo, destinato a superare l’età arcaica: dissoltisi infatti i timori che si erano insediati nell’immaginario greco, gli spostamenti di popolazioni verso la penisola italica continuarono fino al V secolo, in piena età classico-periclea, quando gli Ateniesi fondarono la colonia di Thurii.
Le rotte verso l’Occidente non si diramavano però solo dalla penisola greca, dove la natura impervia continuava a porre problemi materiali di sussistenza, tanto gravi da spingere con quasi regolarità alla ricerca avventurosa di terre da abitare. Esse erano seguite anche da poleis d’Oriente, dell’Asia Minore, in direzione della quale i Greci avevano avviato l’avventura delle colonizzazioni, e in particolare dalla Ionia, che lungo l’età arcaica, attraverso i commerci e le attività artigianali di Mileto e di altre città, era diventata di fatto l’area più progredita dell’Ellade. Furono abitanti di Colofone, polis della Ionia, a fondare intorno al 675 a.C., Siris, in Lucania.
Coloni di Focea intorno al 540 a.C. edificarono, nel territorio campano, la città di Elea. E ad animare questo flusso, oltre la Ionia, furono anche abitanti di Samo, che intorno al 528 a.C. fondavano, in territorio campano, Dikaiarchia, cioè la città del giusto governo, finita presto sotto l’influenza di Cuma. Questi, solo alcuni scorci del libro, lungo un’epopea di viaggi, di disavventure, materiali e del pensiero, che hanno fatto l’ethos di una terra e un’esperienza complessa di culture e tradizioni, anche intellettuali, che hanno contribuito non poco a fare la storia dell’Occidente.