Sanità. Ospedali, Salerno critica la posizione di Loiero
«Stupisce la posizione assunta dall’ex Presidente della Regione, Agazio Loiero in merito alla situazione degli ospedali di zona montana tramite la quale vorrebbe far credere di non avere nessuna responsabilità sulla chiusura di questi nosocomi, poi fortunatamente scongiurata dall’intervento decisivo del Governatore Giuseppe Scopelliti». È quanto afferma, in una nota, il presidente della Commissione Sanità della Regione, Nazzareno Salerno. «Evidentemente Loiero – prosegue Salerno – finge di ignorare gli atti assunti dal suo stesso esecutivo e il disegno che avrebbe riservato ai calabresi con l’applicazione totale del suo Piano. Che Loiero facesse finta di non avere contezza dei suoi stessi provvedimenti è comunque fatto risaputo, tanto che alcune trasmissioni televisive di livello nazionale, prima fra tutte Report che sicuramente non nutre particolari simpatie per il centrodestra, hanno ribadito con forza e con chiarezza questo concetto. È il caso, dunque, di rinfrescargli la memoria ricordandogli che c'è la sua firma sulla delibera di giunta regionale 585/2009 con la quale venivano individuati 5 ospedali da chiudere direttamente, 6 da valutare per un’eventuale chiusura e 9 di riconvertire per un totale di 20 presidi dal quale è difficile pensare che non avrebbero fatto parte quelli di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli». «Un’ulteriore prova – sostiene ancora Salerno – è rappresentata dalla delibera 87/2010, sempre opera inconfondibilmente di Loiero, con la quale venivano fissati i criteri per l’individuazione degli ospedali da chiudere che si basavano unicamente sul numero dei posti. In tal modo, gli ospedali con meno di 120 posti letto, e tutti e 4 gli ospedali di zona montana hanno meno di 120 posti letto, sarebbero stati oggetto di chiusura o riconversione. Di cosa parla allora Loiero? Di certo, non può parlare delle modalità adottate dalla giunta di centrodestra per il riordino della rete che sono state condotte seguendo criteri scientificamente validati come l'appropriatezza delle attività e delle prestazioni, il fabbisogno di ricoveri, la epidemiologia, la sicurezza degli ospedali, le condizioni orografiche e gli annessi tempi di percorrenza, il sistema Hub e Spoke, il rafforzamento del sistema emergenza-urgenza e il potenziamento territoriale alternativo. Questi criteri, che a differenza dei suoi non sono correlati ad un solo fattore, hanno consentito il mantenimento degli ospedali di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli, che sono riconosciuti dal vigente Piano sanitario quali ospedali di montagna». «Forse si può comprendere – afferma ancora il presidente della Commissione Sanità della Regione – che dia fastidio che altri raggiungano ottimi risultati laddove si è falliti in prima persona, ma ciò non giustifica la diffusione di critiche che non hanno motivo di esistere. Il nostro compito è ora quello di rimuovere tutte quelle criticità, frutto di una gestione disattenta e non oculata quando non apertamente clientelare, che non hanno consentito ai calabresi di godere a pieno del loro diritto alla salute e che hanno compromesso l'immagine stessa della sanità calabrese. Finalmente è arrivato il momento di dire basta agli sperperi e alle invasioni della politica in campo sanitario e di concretizzare un progetto di rilancio vero che innalzi gli standard qualitativi».