Cao scende in campo per difendere le leggi in ambito professionale
Al fianco delle Commissioni Odontoiatriche e del sindacato Andi Calabria è scesa in campo anche "Cao c'è", un folto gruppo di commissioni odontoiatriche di tutta Italia, per stigmatizzare l'atteggiamento di alcuni colleghi nei confronti delle istituzioni ordinistiche: un cattivo esempio per l'intero paese e la categoria professionale.
“Il problema – spiega Cao - nasce dall'esistenza di tante leggi regionali (in particolare la più recente sul regime libero professionale) che disciplinano la materia e da "convenienti" interpretazioni che fanno alcuni colleghi, contro i quali gli enti ordinistici sono chiamati a intervenire, segnalando eventuali incongruenze e invitando le autorità preposte ad una verifica. Un'attività di vigilanza preziosa e indispensabile che ogni Cao deve svolgere con serenità e senza essere minimamente intaccata da atti intimatori che non trovano fondamento”.
Sulla possibilità di svolgere l'attività professionale, infatti, la normativa regionale indica due percorsi alternativi: “studi professionali singoli o associati e strutture complesse. Per i primi, basta la Scia e le verifiche di Asl e Comune; per le seconde, la procedura è diversa e prevede anche la nomina di un direttore sanitario. Succede che – precisa la nota - alcune strutture all’occorrenza e per convenienza si dichiarano agli ispettori semplici studi al fine di aggirare il più complesso iter per poi pubblicizzare ingannevolmente la struttura quale centro odontoiatrico o clinica”.
“Le denunce fatte dalla Cao – conclude la nota - contro questo preoccupante fenomeno non sono state gradite ad alcuni colleghi, ma il comparto di categoria rimane al fianco degli Ordini in una lotta per la legalità ed è pronto a porre in essere ulteriori azioni in difesa della comunità e dei dentisti che rispettano la legge”.