Barca da 200 mila euro in leasing, la usa ma non la paga: denunciato un commercialista
Una imbarcazione a motore lunga più di 10 metri, del valore di oltre 200 mila euro, presa in leasing. Dopo aver pagato le prime rate il contraente non ha più versato l’importo pattuito senza restituire il bene alla società, nonostante la richiesta specifica di quest’ultima.
Al centro della vicenda un commercialista di Amantea. Il professionista nonostante la società di leasing, dopo averlo invitato inutilmente a regolarizzare i pagamenti, avesse rescisso il contratto per morosità ha ugualmente continuato ad usare la barca a fini personali.
Per questo oggi è stato denunciato per appropriazione indebita aggravata da parte delle Fiamme Gialle della Compagnia di Paola e della Tenenza di Amantea che hanno eseguito a suo carico anche un decreto di sequestro preventivo dell’unità da diporto emesso dal Gip del Tribunale di Paola Maria Grazia Elia, su richiesta del procuratore Pierpaolo Bruni e del Sostituto Maria Francesca Cerchiara.
Il commercialista rischia ora una pena fino a 3 anni e una multa di poco più di mille euro. L’imbarcazione invece sarà restituita alla società di leasing mentre il professionista dovrà dimostrare, sul piano fiscale, l’utilizzo legittimo della stessa a fini professionali e l’eventuale deducibilità fiscale dei costi sostenuti.
DIRITTO DI RETTIFICA. LEGALI: BENE RESTITUITO, “LEASING INADEMPIENTE”
19:13 | Gli avvocati Antonio Cavallo e Pietro Sommella, nella loro qualità di difensori di fiducia del commercialista interessato dalla vicenda, hanno precisato che oggi, “contrariamente a quanto indicato dagli organi di informazione … è stato eseguito un provvedimento, emesso dal Tribunale di Cosenza già in data 11 luglio 2018 … di accoglimento della istanza di riesame del sequestro disposto dal GIP del Tribunale di Paola, con conseguente restituzione dell’imbarcazione al nostro assistito, nella sua qualità di utilizzatore-detentore qualificato”.
Infatti, specificano ancora i due legali, il Tribunale di Cosenza, “in pieno accoglimento dei motivi di gravame, ha accertato che il predetto utilizzatore aveva preventivamente contestato la presunta morosità, da accertarsi eventualmente in sede civile ed, anzi, imputando alla medesima società di leasing un inadempimento delle proprie obbligazioni” e che per queste considerazioni “non si ritiene configurabile l’ipotesi di reato contestata e posta a fondamento del vincolo cautelare reale de quo”.