Truffa, arrestati due fratelli dai carabinieri grazie annuncio online
Due fratelli, Mimmo e Luigi Bevilacqua, 30 e 33 anni, residenti a Marina di Gioisa Ionica (Rc), entrambi gia' noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Tropea diretti dal tenente Francesco Di Pinto, con l'accusa di truffa aggravata. L'arresto e' avvenuto allo svincolo dell' A3 di Pizzo Calabro nella serata di ieri dove i due sono caduti nella trappola tesa lorio dai carabinieri della stazione di Spilinga al comando del maresciallo Vincenzo Boerio. La vicenda che ha portato all'arresto dei due fratelli Bevilacqua, in cui e' andagato anche un altro fratello, ha avuto inizio nella prima settimana di dicembre a Ricadi, il comune turistico nel comprensorio di Capo Vaticano, lungo la costa vibonese, dove la vittima della truffa, R.T. 43, anni, collaboratore scolastico del posto, dovendo vendere un trattore agricolo, aveva fatto ricorso ad un annuncio online su un sito internet, indicando il prezzo in 16.000 euro. Passato qualche giorno ha ricevuto una telefonata da uno sconosciuto, dietro cui si nascondevano appunto i fratelli Bevilacqua, che dopo essersi dichiarati d'accordo sul prezzo, hanno dato all'uomo appuntamento a Ricadi per la consegna, pagando l'importo con un assegno circolare, risultato poi falso. Il che ha indotto la vittima a denunciare il tutto alla caserma dei carabinieri di Spilinga. Scattate le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Vibo Santi Cotroneo, il maresciallo Vincenzo Boerio e' ricorso ad uno stratagemma, inserendo o sullo stesso sito un annuncio di vendita di un altro mezzo agricolo. Passato qualche giorno, i fratelli Bevilacqua si sono rifatti vivi con una telefonata sotto falso nome, dand appuntamento alla vittima stavolta allo svinvolo autostradale di per Pizzo Calabro, dove ad attenderli vi erano i militari dell'Arma con un trattore che si erano fatti prestare da un contadino. Circondati ed arrestati con l'ausilio dei colleghi di Pizzo Calabro, i due sono stati messi a disposizione del magistrato, mente proseguono le indagini per verificare se i due facessero parte di un'organizzazione piu' complessa. Altro particolare inquietante: i truffatori sono arrivati a Pizzo alla guida di un camion, senza patente e con documenti falsi.