Locali incendiati per truffare l’assicurazione, si costituisce il presunto “esecutore”
Esattamente due mesi fa, nella notte tra il 18 e 19 maggio scorsi, in due locali erano stati appiccati altrettanti incendi che ne avevano provocato l’esplosione che, con per il boato, aveva squarciato il silenzio del centro di Cosenza (LEGGI).
Ad esser presi di mira un bar e una tavola calda di proprietà della stessa persona: il Bilotti Cafè di via Caloprese, e il Chiosco, in via Tommaso Aceto.
Gli investigatori non ebbero allora alcun dubbio sulla matrice dolosa di entrambe gli episodi, arrivando alla conclusione che il responsabile fosse il titolare, che avrebbe tentato così una truffa assicurativa (LEGGI).
L’uomo, Gianfranco Parise, di 62 anni, finì pertanto in carcere con l’accusa di incendio e truffa in concorso con una persona non identificata.
Almeno fino stamani. I carabinieri bruzi, infatti, proprio all’alba di oggi hanno arrestato e messo ai domiciliari quello che ritengono possa esser stato l’esecutore materiale, un 29enne del posto, N.A.
All’uomo viene contestato sia l’incendio doloso che il danneggiamento fraudolento di beni assicurati, in concorso con il presunto “organizzatore ed istigatore”, ovvero il “mandante”: il proprietario delle attività commerciali.
La misura arriva dopo una indagine condotta dai militari della compagnia cittadina, sotto la supervisione dalla Procura.
Secondo gli investigatori il 29enne avrebbe infatti appiccato gli incendi per denaro, sebbene per appena 200 Euro. Quanto al come avrebbe dovuto procedere, la tesi è che sia stato proprio Parise ad impartire delle precide disposizioni al giovane: nel caso del Bilotti food & drink gli avrebbe addirittura consegnato le chiavi per aprire la saracinesca del locale; inoltre gli avrebbe lasciato a disposizione, all’interno degli esercizi, alcune bottiglie di benzina da utilizzare per appiccare il fuoco.
Gli indizi raccolti dai Carabinieri li hanno portati a ritenere dunque “in maniera univoca”, che fosse stato proprio il 29enne ad agire; con questa convinzione sono partiti a rintracciarlo dato che dal giorno degli incendi l’uomo si sarebbe allontanato di casa, non si sarebbe più presentato a lavoro, nascondendosi a casa di un conoscente dove si sarebbe curate delle ferite riportate a seguito dell’esplosione.
La pressione investigativa e i sensi di colpa provati, infine, lo hanno costretto a presentarsi spontaneamente nella Compagnia Carabinieri del capoluogo, dove in pratica si è autoaccusato e dove gli sono state anche refertate le cicatrici dovute alle ustioni.