Provincia di Vibo Valentia, elezioni il 20 settembre

Vibo Valentia Politica

Si terrà il 20 di settembre la votazione per l’elezione del nuovo presidente della Provincia di Vibo Valentia. A sancirlo, con un apposito decreto, è stato l’attuale presidente facente funzioni, Alfredo Antonio Lo Bianco. A coordinare gli aspetti tecnico-elettorali sarà il segretario generale dell’Ente intermedio vibonese, Mario Ientile, che ha già provveduto a trasmettere gli atti, previsti dalla legge, ai Comuni e alla Prefettura.

Le operazioni di voto si svolgeranno, dalle ore 8 alle ore 20, nella sala consiliare dell’Ente, dove verrà ubicato un apposito seggio elettorale. Sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni compresi nel territorio provinciale, in carica alla data del 35° giorno antecedente quello della votazione. Possono essere candidati alla carica di presidente i sindaci dei 50 Comuni vibonesi, in carica alla data corrispondente al termine finale fissato per la presentazione delle candidature, il cui mandato scada non prima di 18 mesi dallo svolgimento delle elezioni.

L’elezione del presidente avviene sulla base di liste concorrenti che devono essere sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto, accertati al 35 giorno antecedente a quello della votazione. Le liste vanno presentate presso l’Ufficio elettorale, appositamente costituito presso la sede della Provincia di Vibo Valentia, dalle ore 8 alle ore 20 del 30 agosto 2018 e dalle ore 8 alle ore 12 del 31 agosto 2018.

Il presidente della Provincia di Vibo Valentia è eletto con voto diretto libero e segreto attribuito ai singoli candidati all’interno delle liste, in un unico collegio elettorale corrispondente al territorio provinciale. Ciascun elettore esprime un solo voto per uno dei candidati.

Recentemente l’Unione delle Province italiane (Upi) ha evidenziato in un apposito documento come: “La forma di governo delle Province, disegnata dalla legge Delrio, è stata concepita in una prospettiva transitoria, nella convinzione che la riforma costituzionale intervenisse con l’eliminazione degli enti intermedi. La bocciatura referendaria ha salvato, invece le Province, determinando la necessità che il Governo e il Parlamento intervengano per modificare la normativa alla luce del responso della consultazione popolare”.