Abolizione Province: incontro al Palazzo ex Enel di Vibo
Da Crotone a Vibo Valentia la mobilitazione delle provincie destinate a sparire dalla carta geografica prosegue e non basta il colore della casacca a dividere i territori. Il consiglio provinciale straordinario vibonese di questa mattina è la cartina di tornasole che la politica sa superare gli steccati comuni e convergere come spesso succede nel nord del paese sulle necessità del territorio. Gremita come non mai la sala di Palazzo “ex Enel” riempita dai sindaci del comprensorio, dai tanti volti delle istituzioni di oggi e di ieri, senatori, parlamentari, consiglieri regionali e provinciali di ogni schieramento, pronti a dire no a una manovra che sembra uno spot in grado di far risparmiare una miseria allo stato. Ma anche il mondo della chiesa con il vescovo della diocesi, i sindacati e le associazioni per una rivolta pacifica, la seconda nel giro di un anno per opporsi a chi con un colpo di mano e senza ascoltare i territori per mezzo di un decreto notturno ne vorrebbe cancellare la storia e le istituzioni. Il documento condiviso da tutti si impegna a promuovere e adottare le iniziative necessarie a salvaguardia dell’ente. Gli interventi si susseguono a ritmo incalzante. Unanime la preoccupazione per l’abbandono di territori che resterebbero sguarniti dai più elementari presidi di sicurezza anziché incidere sulle innumerevoli spese inutili, sui carrozzoni che rimarrebbero in vita e magari sulle aree più ricche e centrali del paese, città metropolitane in primis piuttosto che sulle zone della Calabria più deboli e geograficamente svantaggiate