Vibo: il bilancio di previsione non passa, cade l’Amministrazione De Nisi
Il bilancio di previsione non passa l'esame del Consiglio Provinciale di Vibo Valentia e sentenziando l'automatico scioglimento dell'assemblea e la caduta dell'Amministrazione provinciale. Le nubi scure che sin dalla settimana scorsa si stavano addensando sulla Provincia in vista del cruciale passaggio si sono trasformate in un temporale politico che ha causato l'esito di questa sera, dopo un confronto durato circa sei ore.
Neppure le dimissioni del presidente Francesco De Nisi, consegnate questa mattina al segretario generale dell'Ente con l'incarico di protocollarle al termine della seduta, sono state sufficienti a sciogliere il nodo inestricabile rappresentato dall'approvazione del documento contabile. L'opposizione ha comunque voluto cogliere il risultato politico a portata di mano, nonostante gli allarmi lanciati dal presidente in merito agli effetti che la dichiarazione di dissesto, consequenziale alla mancata approvazione del bilancio, potrebbe innescare nei confronti dei dipendenti dell'Ente, molti dei quali potrebbero essere dichiarati in esubero e avviati alla mobilità.
Sulla questione si era già consumato sabato scorso un polemico botta e risposta tra i coordinatori provinciali del Pdl, Nazzarero Salerno e Alfonsino Grillo, e il presidente Francesco De Nisi, con i primi a chiedere le sue dimissioni in cambio del via libera al bilancio attraverso la presumibile astensione dei consiglieri del proprio partito.
"Offerta" rispedita al mittente, perché definita dal presidente "una vera e propria estorsione politica". Tanto più che De Nisi aveva già annunciato la propria intenzione di dimettersi, qualunque fosse stato l'esito del Consiglio sul bilancio. Quello di oggi, infatti, era l'ultimo giorno utile per lasciare la carica di presidente della Provincia e rimuovere così la propria ineleggibilità nella prospettiva di una candidatura parlamentare alle prossime elezioni politiche.
Insomma, sul documento contabile si è combattuta una battaglia squisitamente politica, condita da dichiarazioni che soltanto in poche occasioni hanno affrontato il merito della questione, cioè i conti dell'Ente.
In apertura dei lavori, dopo un'inversione dell'ordine del giorno che ha consentito di approvare in anticipo sul resto una serie di regolamenti che riguardano l’attività delle autoscuole, delle scuole nautiche e dei centri di revisione veicoli, l'assessore al ramo, Pasquale Fera, ha relazionato sul bilancio consuntivo 2011, esposizione che ha messo in evidenza le difficoltà finanziarie dell'Ente, i cui conti hanno fatto registrare un deficit di circa 7 milioni di euro. Dato che Fera ha definito "negativo, ma che va comunque letto in un contesto generale di riduzione drastica dei trasferimenti statali passati dai 16 milioni di euro del 2008 agli attuali 6,5 milioni di euro”.
Alla fine della sua relazione nessuno ha chiesto di intervenire e si è passati immediatamente al voto che ha fatto registrare un'assoluta parità, 12 a 12, tra gli schieramenti (alla seduta di oggi era assente soltanto il consigliere Renato Arone). Uno stallo che, a termine di regolamento, equivale a una mancata approvazione. È stata l'avvisaglia di quanto sarebbe accaduto alcune ore dopo con l'esito finale della discussione sul bilancio di previsione annuale e pluriennale.
Dopo una breve sospensione, il presidente del Consiglio provinciale Giuseppe Barilaro, ha dato lettura di una proposta dell'opposizione (di cui fa parte): preso atto che non esiste più una maggioranza, i consiglieri di opposizione si sono detti pronti, "nell'esclusivo interesse dei dipendenti dell'Ente, a riconvocare il Consiglio nei prossimi giorni per approvare il bilancio", ipotesi consentita dal regolamento qualora su un atto del Consiglio si registri la parità dei voti.
Insomma, la minoranza ha chiesto che la giornata di oggi si chiudesse con l'esplicita sconfitta politica di De Nisi. Un'umiliazione che il presidente non ha accettato di subire, replicando con parole veementi a quello che ha definito nuovamente come un ricatto. Addirittura De Nisi è arrivato ad ipotizzare querele verso gli estensori della proposta, considerandola una illegittima pressione nei suoi confronti. Toni dettati probabilmente dalla tensione della seduta, ma che hanno dato comunque la stura ad una serie di durissime accuse da parte del presidente, che ha tacciato l'opposizione di totale indifferenza verso la sorte dei dipendenti. In particolare, De Nisi ha richiamato l'Assemblea sul necessario rispetto dei tempi, avvertendo che il documento contabile sarebbe dovuto passare oggi per consentire poi, nei prossimi giorni, l'approvazione del piano di riequilibrio, reso possibile dalla nuova normativa in materia, che consente agli enti in situazione di pre-dissesto di mettere a posto i conti grazie a mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti (per un importo pari a 100 euro per abitante).
“Io non rinuncio alla mia dignità - ha gridato De Nisi all'indirizzo degli scranni dell'opposizione - da sempre faccio politica per passione e non per un tornaconto personale e non posso ammettere di sottostare ad un'estorsione politica di questo tipo, tanto più imposta dall'esterno”.
De Nisi ha imputato più volte ai consiglieri del Pdl e dell'Udc di rispondere "a ordini di scuderia", senza porsi il problema delle conseguenze che la mancata approvazione del bilancio avrebbe determinato, con particolare riferimento ai creditori dell'Ente, imprese e personale su tutti. Una tesi ovviamente rigettata dalla minoranza, che ha rimarcato il valore politico del bilancio di previsione, rivendicando il proprio diritto-dovere di votare contro.
In particolare, il consigliere Nicola Crupi (contro il quale De Nisi aveva lanciato durante il suo intervento pesanti accuse), ha rinfacciato al presidente l'intenzione di dimettersi per un proprio tornaconto politico (l'eventuale candidatura), sostenendo che «la situazione disastrosa in cui versa la Provincia non può essere certo addebitata alla minoranza». Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere Francesco Pititto, che ha denunciato la volontà della maggioranza di voler approvare un bilancio non veritiero.
È stata poi la volta del consigliere Giuseppe Rodolico, al quale De Nisi aveva rinfacciato implicitamente di essere stato eletto tra le fila della maggioranza, «salvo poi cambiare casacca e passare dall'altra parte per opportunità politica». Rodolico ha dunque rivendicato le proprie scelte, determinate - a suo dire - dal mancato rispetto da parte di De Nisi degli accordi elettorali.
Dopo il fuoco di fila iniziale, i toni della discussione si sono poi lentamente stemperati, fino all'approvazione del piano di alienazione dei beni immobili della Provincia, propedeutico al bilancio di previsione e passato con due emendamenti proposti da Rodolico e Stefano Soriano.
La parte finale della discussione consiliare è stata caratterizzata da una serie di sospensioni, chieste in particolare dalla maggioranza e dal presidente De Nisi stesso, nel tentativo di trovare una soluzione prima del voto finale. In particolare, il presidente ha esortato a mettere da parte i livori personali, facendo appello al senso di responsabilità del Consiglio, dicendosi anche pronto a dimettersi seduta stante pur di scongiurare il commissariamento dell'Ente. Proposte che sono state accolte con freddezza dall'opposizione, fino all'annuncio di De Nisi che avrebbe comunque abbandonato l'aula al momento del voto per consentire all'Assembla di esprimersi senza equivoci. Al termine, dunque, il bilancio è stato bocciato con 12 voti contro 11.
Da segnalare, infine, la grande compostezza e dignità dei dipendenti dell'Ente, che hanno seguito gran parte della seduta senza mai abbandonarsi a proteste o manifestazioni di dissenso, nonostante durante l'intero confronto consiliare si sia fatto più volte riferimento alle presunte conseguenze che la mancata approvazione del bilancio avrà sulla loro sorte occupazionale.