I giovani della Cdc chiedono a Monti di non sopprimere la Provincia
Ieri, dopo aver partecipato alla manifestazione di sabato, il Consiglio Direttivo dei Giovani della Compagnia dei Democratici ha deciso di inviare una missiva al Premier Monti e al Ministro Cancellieri per esprimere tutta la loro preoccupazione in merito al Decreto sul riordino delle province. Nella lettera i Giovani testualmente scrivono al Presidente Monti e al Ministro quanto segue: “Secondo quanto previsto dal decreto, la provincia di Crotone, istituita nel 1992, verrebbe soppressa e annessa a quella limitrofa di Catanzaro. La nostra richiesta è che una tradizione millenaria e vent’anni di storia “provinciale” non vengano cancellati con un colpo di spugna. La comunità crotonese, infatti, non è più disposta a subire questo ulteriore attacco alla sua identità democratica. Premesso che comprendiamo le difficoltà che il Vs. Governo si trova ad affrontare quotidianamente, quanto la ratio dell’intera spending rewiew, quello che proprio non riusciamo a comprendere è perché si sia deciso di far pendere questa grossa spada di Damocle proprio sul già martoriato territorio crotonese.
La cancellazione della Provincia, infatti, sancirebbe definitivamente la condanna a morte di una terra che già affannosamente cerca di rimanere in piedi nonostante i continui tentativi di annientamento sociale, economico e ambientale cui è sottoposta. Nel novecento, Crotone costituiva una delle poche aree industriali della Calabria fornendo lavoro a migliaia di operai. Successivamente, nei primi anni ’90, la città ha iniziato il suo lento e inesorabile declino allorquando, con la chiusura di tutti gli stabilimenti, i gruppi industriali della chimica hanno abbandonato la città e gli operai al proprio destino, lasciandosi dietro una scia di disoccupazione e inquinamento.
L’abolizione della nostra provincia comprometterebbe i già precari equilibri sociali, economici e occupazionali e rappresenterebbe, lo vogliamo sottolineare con molta umiltà e per quanto ci riguarda, una grave violazione di quanto sancito nella Carta Costituzionale. Venendo meno l’ente intermedio, verrebbero meno tutta una serie di servizi al cittadino, che sarebbero decentrati nel nuovo capoluogo di provincia. A conti fatti, probabilmente, questa decisione potrebbe generare sulla carta degli effettivi, seppur minimi, risparmi nel bilancio statale; allo stesso tempo, però, comporterebbe dei notevoli disagi economici per i cittadini costretti a continue trasferte per usufruire dei servizi essenziali. In quest’ottica di smantellamento selvaggio dei servizi, ci è poco chiaro perché si sia deciso di cancellare solo alcune province anziché provvedere ad un riordino totale. Sarebbe lecito, infatti, aspettarsi una nuova ridefinizione del quadro istituzionale italiano caratterizzato, perché no, da tre soli livelli di governo: governo centrale, regioni e comuni. Ma assistere ad una parziale razionalizzazione dei territori provinciali, supportata da criteri meramente numerici e poco realistici, ci sembra una vera e propria ingiustizia.
Ci teniamo a precisare che la nostra richiesta non nasce da rivendicazioni campanilistiche, quanto piuttosto dalla consapevolezza che la nostra area ha delle peculiarità e delle caratteristiche tali da rendere impensabile la cancellazione di Crotone dalla lista delle province italiane. A questo punto, ci terremmo ad elencare alle Signorie Vostre una serie di motivi per i quali riteniamo sia possibile concedere una deroga per la città di Crotone, così come lo si è fatto per Sondrio e Belluno.
1.Crotone fornisce circa il 20% del fabbisogno nazionale di metano ed è sottoposta, da oltre trent’anni, a continue estrazioni e trivellazioni -da parte dell’ENI- che hanno compromesso l’ecosistema del nostro territorio e hanno prodotto ben poco in termini di benefici concreti alla popolazione.
2.E’dotata del Centro di Prima Accoglienza più grande d’Europa, capace di ospitare circa 1700 persone. Il CPA “S. Anna” accoglie immigrati provenienti dall’estero e fa da sponda agli altri centri d’accoglienza italiani. Si tratta, dunque, di un punto di riferimento per la gestione delle politiche migratorie d’Italia e d’Europa.
3.Nel nostro territorio provinciale si sviluppa l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” che, con la sua superficie di 14.721 ettari, costituisce una delle riserve marine più grandi d’Europa. Rappresenta un patrimonio naturalistico e biologico di notevole valore e preziosità che potrebbe essere il volano per lo sviluppo e l’economia del territorio.
4.Il problema più grosso per il nostro territorio è rappresentato, indubbiamente, da una criminalità organizzata profondamente radicata, che si nutre da sempre di povertà e disoccupazione. La chiusura, quantomeno parziale, di uffici e articolazioni della Pubblica Amministrazione come Prefettura, Questura, Comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, creerebbe il contesto ideale per la crescita esponenziale del fenomeno criminoso e annullerebbe il faticoso lavoro svolto dai Prefetti negli ultimi vent’anni.
5.Per non parlare poi della disoccupazione e di un welfare state che ha ormai perso tutti i connotati tipici di un vero stato sociale.
Riteniamo, pertanto, che in ragione di quanto sopra esposto, la popolazione crotonese abbia il diritto di rivendicare un’identità che non le può essere sottratta.””” IL Direttivo crotonese si augura che le Sigg. in indirizzo . comprendano come la richiesta non è frutto di un capriccio politico, ma nasce dalla speranza che il potenziale del territorio crotonese venga finalmente gestito a dovere. Auspicano, inoltre, che la Politica non sia sorda alle richieste dei giovani crotonesi che a gran voce domandano di sfuggire all’annientamento economico, storico e sociale del territorio.