I sindaci dei comuni capoluogo delle province a rischio soppressione incontrano i capigruppo al Senato
“Siamo determinati ad andare avanti in questa battaglia nell’interesse delle comunità amministrate”. E’ questo l’intendimento dei sindaci dei comuni capoluogo delle province a rischio soppressione a seguito del decreto legislativo del governo di riordino degli assetti territoriali. Principio ribadito, oggi, dai sindaci Peppino Vallone di Crotone, Maurizio Brucchi di Teramo, Nicola Sodano di Mantova, Roberto Cenni di Prato e Fabrizio Brignolo di Asti ai rappresentanti dei gruppi parlamentari al Senato. I sindaci hanno avuto l’occasione di incontrare, tra gli altri, Maurizio Gasparri presidente dei senatori del Popolo delle Libertà e Nicola La Torre vice presidente del Gruppo del Partito Democratico. “Non siamo contrari per principio ad un contenimento della spesa pubblica ma l’eliminazione delle province non produrrebbe nessun effetto pratico dal punto di vista dell’abbattimento dei costi” hanno detto i sindaci ai rappresentanti dei senatori che sono chiamati alla conversione in legge del Decreto Governativo. “Questi tagli dovrebbero essere indirizzati in altre direzioni per avere una reale efficacia” hanno aggiunto i primi cittadini di Crotone, Teramo, Mantova, Prato e Asti.
I sindaci, che avevano raggiunto questo raccordo istituzionale tra primi cittadini lo scorso 22 novembre in una assemblea che si era tenuta presso l’ANCI nazionale durante la quale si era deciso di mettere in campo azioni comuni a difesa delle rispettive province, hanno incontrato anche i senatori Enzo Bianco (PD) e Filippo Saltamartini (PDL) relatori al decreto legge sulle province all'esame della commissione Affari Costituzionali del Senato. Ai sindaci è stato rappresentato dai senatori che attualmente la Commissione competente sta esaminando i numerosi emendamenti che sono stati presentati rispetto alla proposta del Governo. In questo momento ci si trova, rispetto alle incombenze relative alla conversione in legge di numerosi provvedimenti che riguardano disparati argomenti ed in particolar modo di quelli di natura finanziaria, davanti ad un ingorgo istituzionale rispetto al quale il Governo potrebbe indicare delle priorità.
Pur esistendo da parte dei partiti la massima apertura per una discussione più ampia ed approfondita rispetto alle questioni poste dai sindaci, il Governo potrebbe chiedere ai due rami del Parlamento di dare una accelerata al provvedimento che riguarda il riassetto delle province. I sindaci si sono impegnati a presentare sia ai capigruppo al Senato che ai relatori del decreto legge, entro le prossime ore, un documento condiviso da tutti i primi cittadini dei comuni capoluogo interessati nel quale saranno contenuti gli elementi di contrarietà espressi unanimemente da tutte le comunità da sud a nord. Inoltre, nel caso il Governo decidesse di accelerare l’iter procedurale, i sindaci si sono già attivati nel prevedere una iniziativa da tenersi a Roma concomitante con l’eventuale inizio della discussione in Senato che coinvolga non solo le comunità interessate ma anche le relative rappresentanze parlamentari.