Pdl, Pacenza sulla conversione del decreto legge di riordino delle Province
“Ben vengano tutte le iniziative di mobilitazione a sostegno della Provincia di Crotone, così come la nascita di un comitato spontaneo per il coordinamento delle stesse, ma non si dimentichi che la vera partita si giocherà fra meno di 60 giorni in Parlamento, termine entro il quale le Camere saranno chiamate a convertire in legge il decreto di riordino dei territori da poco approvato dal Consiglio dei ministri ”. Così il presidente Comitato regionale per la qualità e la fattibilità delle leggi, Salvatore Pacenza (PdL) sull’iter che seguirà per l’attuazione del riordino delle Province proposto dal governo Monti. “Bene fa il presidente Stano Zurlo – commenta l’onorevole Pacenza – a legare le iniziative sul territorio a quelle che le altre 36 Province colpite dal decreto di riordino sosterranno il prossimo 8 novembre a Roma.
La via imboccata è quella giusta. In attesa che la Corte costituzionale si pronunci su rilievi di incostituzionalità sollevati dalla Regione Calabria, bisogna nel frattempo cercare di creare una rete fra i territori interessati dal riordino in modo da raggiungere i parlamentari di loro espressione. Adesso solo questi, col loro voto, possono scongiurare la conversione in legge di quello che si sta rivelando essere un vero e proprio maquillage degli organi periferici dello Stato che colpisce, ancora una volta, pubblici dipendenti e cittadini. Condivido al contempo – prosegue l’onorevole Pacenza – la necessità espressa dal comitato ‘Krotone è Provincia’ di risvegliare l’attenzione dei cittadini con iniziative di mobilitazione generale, soprattutto per far comprendere loro la gravità e gli effetti nefasti che questo provvedimento del governo apporterà alla debole economia del nostro territorio. Saranno circa 1.200 i dipendenti pubblici che rischieranno la mobilità forzata e quindi l’allontanamento dal territorio dove abbondano gli indici di disoccupazione e bassa crescita. Sono questi i parametri – conclude l’onorevole Pacenza – che dovrebbero convincere il Parlamento a concedere quantomeno una deroga al decreto per la Provincia di Crotone, così come è fra l’altro già accaduto per le Province di Sondrio e Belluno”.