CdD, Lucà: perché non eliminare tutte le province o quelle delle città metropolitane?

Calabria Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di Salvatore Lucà

“La manovra approvata da Berlusconi e dai suoi fedelissimi certamente non sarà in grado di rispondere ai veri problemi della nostra Nazione, perchè è stato impostato un decreto iniquo, di vera ingiustizia sociale, tutto a carico dei ceti medi e delle famiglie. Una determinazione sbagliatissima che pensa a ridurre solo i debiti senza pensare minimamente alla crescita, in sintesi, ritengo, la nostra Italia è divenuta ostaggio della BCE. Un bel risultato forse solo per il ministro Tremonti che però, malgrado tutto, non ha minimamente toccato la vera spesa della politica, per esempio riducendo il numero dei parlamentari e dei loro privilegi, eccezione per il costo dei voli in classe economica!!! Siamo veramente all'assurdo, invece si toccano diritti acquisiti dei lavoratori e tanto per restare nell'ambito politico voglio fare una semplicissima riflessione sull'abolizione delle province che se dovesse essere attuata cosi come è, significherebbe la “ rovina e la morte socio economica del nostro territorio”. Un intervento sulle “poltrone locali” se così li possiamo chiamare, è qualcosa che fa solo sorridere, ben sapendo che i veri sprechi della politica sono in altri ambiti, ma la cosa che preoccupa è la leggerezza con cui si procede senza pensare un attimo a quello che può succedere proprio nei piccoli territori dove questi presidi istituzionali insistono. Potevamo comprendere l'abolizione totale delle province oppure, se parziale, quelle delle città metropolitane dove i presidi istituzionali, vuoi o non vuoi, sono già tantissimi. Non riesco a comprendere una situazione in cui vengono cancellate le “cosiddette mini province” per fare cosa? Per risparmiare che cosa? Cancelliamole tutte, questo si che sarebbe un vero segnale riformatore e di contenimento della spesa pubblica, ma mortificare e penalizzare territori come il crotonese e/o il vibonese per esempio, minimamente possiamo pensare di accettarlo passivamente; far ritornare indietro le lancette della storia, questo proprio no!!! Dobbiamo ribellarci ma senza alcuna esitazione in modo determinato dobbiamo dire no a questa malaugurata ipotesi che significherebbe un'ulteriore penalizzazione della nostra Regione, una mortificazione per tutti coloro i quali, dai politici ai semplici cittadini, in tutti questi anni hanno concretamente lottato per elevare Crotone e Vibo al rango di province italiane. Condivido pienamente l'allarme lanciato ieri da Pasquale Senatore, ma sul contrastare e condividere queste determinazioni dobbiamo essere tutti coesi senza alcun tentennamento o primogenitura. Uscendo dalla logica della speculazione politica, a prescindere dalla collocazione di ognuno, ritengo che tutte le forze politiche, le associazioni, i sindacati e la società civile devono pensare di dire un no determinato all'ipotesi di cancellazione di queste mini realtà provinciali, questa decisione equivarrebbe a certificare definitivamente che esistono in Italia cittadini di serie A e cittadini di serie B. Siamo ben consapevoli che il momento di crisi esige dei cambiamenti e delle riforme strutturali importanti, ma pensare a cancellare la provincia di Crotone o Vibo, mi sembra una vera presa in giro, una goccia al taglio delle spese pubbliche in un oceano di sprechi e spese inutili. Ecco perchè il momento attuale esige un comportamento coerente ed autorevole di tutti coloro i quali vogliono o aspirano a rappresentare le nostre popolazioni in modo dignitoso e coerente, non possiamo per spirito di parte subire passivamente questa eventuale soluzione. Personalmente, insieme alla mia parte politica, siamo disponibili ad ogni iniziativa ed a condividere tutto ciò che possa servire a salvaguardare i nostri territori e le proprie istituzioni, anzi ritengo che questa è l'occasione giusta per rivendicare e portare alla giusta attenzione le tante carenze endemiche di cui né pagano le conseguenze specialmente i nostri giovani costretti giornalmente ad abbandonare la nostra regione alla ricerca disperata di un posticino di lavoro. Lavoriamo tutti insieme per non far cancellare quel poco di Stato che con tante battaglie e sacrifici i nostri concittadini si sono conquistati. Pensate per un istante a questa provincia, con la statale 106 e la ferrovia che si ritrova tanto per non parlare d'altro, senza la Prefettura, i comandi provinciali delle forze dell'ordine, l'ASP, la CCIAA, i presidi provinciali di associazioni, sindacati, rappresentanze e uffici provinciali in genere, sarebbe veramente ritornare ad un passato remoto che fa rabbrividire!!! In questi anni abbiamo già consentito di tutto e di più, avallare, anche con il semplice silenzio o noncuranza, questo significherebbe non tener conto di una situazione socio economica che già con queste presenze istituzionali è allarmante, figuriamoci se Tremonti e C. dovessero concretizzare le loro idee. Un'appello lo voglio lanciare al Presidente Scopelliti, che non a caso ha richiesto nei mesi scorsi il riconoscimento dell'area di crisi per Crotone, perchè si attivi e condivida con noi questa tesi, non si può pensare di ritornare indietro; tante ragioni storiche, strutturali, orografiche e geografiche e non ultima la nostra precaria situazione sociorconomica, non possono che significare attuamente il mantenimento delle provincia di Crotone.”

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