L’avvocato Giuseppe Napoli sulla soppressione delle province

Crotone Politica

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’ Avv. Giuseppe Napoli già Consigliere regionale della Calabria

"Trovo incredibile che mentre la grande stampa annuncia per il prossimo Consiglio dei Ministri, nel corpo del Decreto sulla c.d. “spending review”, il taglio di metà delle Province italiane, tra cui Crotone, tutti i partiti in Città non muovano un dito per scongiurare una siffatta prospettiva, assumendo un atteggiamento di completa indifferenza.

Ritengo altrettanto incredibile che le istituzioni pubbliche locali, Comune e Provincia, assistano oggi silenziose e inermi alla possibile, se non probabile, scomparsa dell’ente intermedio, come se il problema fosse di altri ovvero del tutto marginale per il futuro del territorio. Una cancellazione, quella di metà delle Province, adottanda sull’assunto della riduzione spesa pubblica - peraltro irrisoria, rispetto al debito pubblico - che avrebbe ripercussioni gravissime sul piano sociale ed economico a Crotone.

Se fosse soppressa la Provincia di Crotone con verosimile ritorno nell’originaria provincia “madre” di Catanzaro tutti gli enti e le strutture pubbliche e private di derivazione provinciale, comprese le articolazioni periferiche dello Stato e della Regione sul territorio di Crotone (Prefettura, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate, Catasto e Conservatoria dei RR.II., Direzione Provinciale del Lavoro, Corpo Forestale dello Stato, Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, Motorizzazione Civile e PRA, Camera di Commercio, ATERP ed altro, compresa l’ASP di Crotone e verosimilmente in un prossimo futuro anche il Tribunale, ed infine tutti gli ordini e collegi professionali provinciali) sarebbero spostate a Catanzaro.

Il personale, che negli uffici pubblici sopra richiamati è occupato, da vent’anni costituisce il tessuto economico e produttivo della città e del territorio provinciale da quando le grandi industrie (Enichem, Pertusola Sud e Cellulosa Calabra) hanno chiuso i battenti, e con esse sono tramontate anche le prospettive delle reindustrializzazione di Crotone, con il fallimento degli interventi della L.488, della “Sovvenzione globale” e del “Contratto d’Area” che hanno distribuito a pioggia centinaia e centinaia di miliardi delle vecchi lire, senza significative ricadute occupazionali.

Ai costi sociale ed economici incalcolabili, si sommerebbe una sconfitta storica della città e della sua Provincia, ma anche della sua attuale classe politica dirigente.

Quest’ultima infatti, non è chiamata a conseguire il difficilissimo obiettivo di elevare Crotone a Provincia, ma solo di difendere ciò che altri hanno conquistato dopo una lunga e intensa lotta durata 40 anni. Ciò che si coglie oggi è l’assenza totale di dibattito su un così rilevante e decisivo problema, nonché la completa afasia dei Consigli comunali e provinciali di fronte all’attualità di una così grave prospettiva.

Mi domando, infine, cosa aspettano i presidenti delle Province di Crotone e di Vibo Valentia e delle altre 51 province, il cui futuro è appeso ad un filo, a sfiduciare il presidente dell’U.P.I. e presidente della Provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, fautore della scellerata proposta di cancellazione, rilanciata ed accolta come la panacea della riduzione della spesa pubblica dopo il recente incontro tra i Ministri interessati e la delegazione dell’U.P.I".


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