Rsu, Malacari: la provincia di Crotone è salva!
Finalmente la notizia che tutti noi aspettavamo è arrivata nella serata di lunedì : la provincia di Crotone è salva! Dopo mesi di lotta, caratterizzati da momenti di speranza alternati a momenti di rassegnazione, il buon senso e la ragionevolezza ha prevalso su chi, in nome del rigore ed austerità, voleva cancellare il nostro territorio dalla cartina geografica.
E’ una vittoria di tutti, nessuno escluso: dei comuni cittadini, dei sindaci, dei rappresentanti istituzionali, degli studenti, dei sindacati, delle associazioni di categoria, delle associazioni culturali, dei giornalisti, che, in un momento di grande difficoltà, hanno saputo serrare i ranghi, ritrovando quell’unità di intenti persa da anni, per combattere una battaglia intrisa di demagogia. Cosi è stato anche il tentativo estremo del Ministro Patroni Griffi, che pure di fare approvare un provvedimento iniquo ed incostituzionale, non ha esitato ad affermare che la mancata conversione del dl sulle Province avrebbe creato un danno ai cittadini, in quanto l’azzeramento delle funzioni (ha fatto l’esempio della scuola), previsto dall’art 23 del Dl salva Italia, in capo alle province avrebbe creato il caos.
Sono affermazioni di una gravità enorme, perché totalmente infondate e mirate solo a creare una tensione ingiustificata. Lo spiega bene, in una sua nota, il giurista Luigi Oliveri: In effetti, contrariamente a quanto erroneamente afferma il Governo, le funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza anche se il d.l. 188/2012 sul “riordino” non dovesse essere convertito.
Apparentemente, l’articolo 23, comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: “Spettano alla Provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze”. Ma il successivo comma 18 precisa che Stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l’esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni.
Dunque, le disposizioni dell’articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni.
Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate.
Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni “fondamentali” resteranno in capo alle province, integrando la previsione programmatica dell’articolo 23 del “salva Italia”. Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell’articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Tra le quali proprio, per restare al comunicato infondatamente terroristico di domenica 9 dicembre, proprio le scuole superiori.
Certo, si potrebbe osservare che l’assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) “all’esito della procedura di accorpamento”, per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal Ministro della Funzione Pubblica e, cioè, che occorra il “riordino” come presupposto per l’attivazione delle funzioni fondamentali.
Ma tale argomentazione non regge. Infatti, se l’attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina l’effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell’esercizio della potestà legislativa esclusiva dello Stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il d.l. 188/2012 sia convertito o meno. E lo stesso non può che valere per le funzioni provinciali che le regioni potrebbero decidere di attribuire ai comuni o mantenere per se stesse. Sebbene sia il d.l. 188/2012 a prevedere espressamente che l’operazione delle regioni è subordinata al trasferimento effettivo di personale e risorse, non occorre certo una norma di legge esplicita per comprendere che ciò sia assolutamente necessario.
Al di là di questa doverosa precisazione, appare opportuno ricordare a tutti che è stata vinta la battaglia, non la guerra. Il problema di qui a poco, presumibilmente già nella prossima legislatura, si riproporrà. Ecco perché dobbiamo giocare di anticipo, mettendo in campo sin da subito le azioni necessarie per realizzare il progetto della grande Provincia Ionica ovvero di un ente di area vasta, con un’estensione territoriale che da Crotone arriva fino alla sibaritide. Questo lo dobbiamo fare se vogliamo non solo sopravvivere ma soprattutto svilupparci. Pensiamo, infatti, alla possibilità di migliorare la rete viaria, partendo dallo snodo autostradale di Sibari fino ad arrivare all’aeroporto di Crotone, all’opportunità di sviluppare un’offerta turistica per l’intera fascia ionica, all’occasione per le tante imprese locali di espandere i propri mercati, alla possibilità di gestire meglio le questioni legate all’ambiente (in particolare la gestione del ciclo dei rifiuti), all’opportunità di creare sinergie tra i porti di Crotone e di Corigliano, allo sviluppo di itinerari storico culturali diversificati e, più in generale, pensiamo alla voglia di crescere tutti insieme, di uscire dall’isolamento e di creare un futuro ai nostri figli.
In conclusione alla presente, come Coordinatore della RSU, nonché come componente del comitato di “Krotone è Provincia”, voglio manifestare tutta la mia solidarietà ai tanti lavoratori del territorio, in particolare ai precari dell’ASL, agli LSU e LPU, agli autisti della ditta Romano, ai tanti cassintegrati, che stanno affrontando momenti di grande disperazione per il loro futuro. L’augurio è che, istituzioni e sindacati, possano insieme trovare quelle soluzioni tese a ridare loro la dignità di lavoratori, di persona, di padri e madri di famiglia.