Turismo. È boom di stranieri, la Calabria tra le regioni in cui si pernotta di più
Boom di turisti stranieri, una crescita del 3,7% anche per gli arrivi “non italiani”. Per l’anno in corso si prevedono oltre 2 milioni di vacanzieri in più provenienti dall’estero rispetto all’anno scorso per una previsione di circa 6 milioni di pernottamenti.
Cresce l’appeal della destinazione Italia come meta turistica e, soprattutto, continua a salire il numero degli stranieri che sceglie le variegate bellezze paesaggistiche e culturali del nostro Paese per trascorrere una vacanza.
L’anno in corso, infatti, dovrebbe chiudere con un incremento dei flussi turistici. Si prevedono poco più di 126 milioni di arrivi che dovrebbero generare ben 426 milioni di presenze, con un periodo medio di permanenza di 3,37 notti per cliente.
Un andamento in crescita rispetto all’anno precedente: +2,7% di arrivi e +1,3 di presenze. L’incremento maggiore si registra nella componente straniera con la previsione di oltre 2,2 milioni di arrivi in più (+3,7%) per quasi 6 milioni di pernottamenti (+2,7%).
A livello territoriale, sono quattro le destinazioni regionali a maggiore “rilevanza straniera”, quale misura preliminare del peso dei flussi turistici provenienti dall’estero rispetto all’attività complessiva del territorio sulla base di alcuni indicatori derivati dai dati relativi agli arrivi e alle presenze turistiche degli stranieri: Veneto, Lazio, Lombardia e Trentino Alto Adige.
A registrare la crescita più sostenuta, in termini percentuali, sono la Basilicata, Sardegna, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria ma anche la nostra regione può vantare, stavolta, un piccolo risultato: ovvero la permanenza media che in Calabria si attesta a 4,92 notti per cliente, ossia il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo, e sebbene sia una delle regioni a minor rilevanza di presenza “straniera”.
Questi i dati che emergono dalla Nota Previsionale per il 2018 sui flussi turistici per regione realizzata dall’Istituto Demoskopika.
RIO: SI METTA MANO AL PIANO STRATEGICO
“È prioritario – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – che si metta mano al Piano strategico del Turismo in linea con la programmazione attuata da ciascuna regione consentendo, in tal modo, al documento di trovare concreta attuazione attraverso l’utilizzo condiviso di risorse provenienti dagli enti regionali”.
“Un approccio proficuo oltre che obbligato – sottolinea - senza il quale il Piano strategico del Turismo resterà un libro dei sogni o, nella migliore delle ipotesi, potrà assurgere al solo ruolo di linee guida per lo sviluppo del comparto”.
“In questo contesto – continua Rio – l’Enit può rappresentare un degno braccio operativo se rinnovato in un’ottica più mirata agli obiettivi da raggiungere. Introduzione di indici sintetici più innovativi sullo scenario internazionale e regionale per costruire dei rating turistici per la valutazione dell’attività, creazione di un “panel turismo” costituito da un campione rappresentativo di operatori della filiera turistica in grado di essere consultato in tempo reale per meglio calibrare alcune decisioni istituzionali e per disporre costantemente di dati aggiornati, rilancio a regime dell’Osservatorio Nazionale sul Turismo capace di offrire non soltanto analisi statiche ma anche strumenti previsionali adatti all’evoluzione del mercato e dei mutati comportamenti di consumo turistico, dialogo costante con le Regioni per ridurre l’attuale asimmetria informativa tra ruoli, funzioni e poteri differenti tra i vari livelli istituzionali”.
“In questa direzione – conclude il presidente dell’Istituto Demoskopika, – che le prime iniziative del Ministro Gian Marco Centinaio, non ultima l’incontro con gli assessori regionali del settore turistico nello scorso mese di luglio, vadano in questa direzione”.
CRESCE L’APPEAL DELL’ITALIA, PREVISIONI POSITIVE
Per il 2018 tendenza crescente per i movimenti turistici in Italia. Le previsioni realizzate da Demoskopika sembrano, infatti, indicare ancora un anno positivo per il turismo italiano.
Secondo le stime, l’anno in corso dovrebbe chiudersi con un incremento dell’1,3% dei pernottamenti registrati nelle strutture alberghiere ed extra-alberghiere ufficiali pari a 425,9 milioni di presenze a fronte delle 420,6 milioni di presenze del 2017.
Crescita più significativa per il totale degli arrivi con una variazione, rispetto all’anno precedente, pari al 2,7%: 126,5 milioni previsti per il 2018 a fronte dei 98,8 milioni del 2017.
A registrare la crescita più sostenuta a livello regionale, in termini percentuali, la Basilicata con un incremento previsto pari al 5,69% di arrivi e al 3,71% delle presenze, seguito dalla Sardegna (+4,05% di arrivi, +2,67% di presenze), dalla Valle d’Aosta (+3,66% di arrivi, +1,86% di presenze), dalla Lombardia (+3,45% di arrivi, +2,82% di presenze), dalla Liguria (+3,38% di arrivi, +1,63% di presenze), dal Trentino Alto Adige (+3,25% di arrivi, +1,64% di presenze) e dal Veneto (+3,03% di arrivi, +1,28% di presenze).
L’INARRESTABILE AVANZATA DELLO STRANIERO
I risultati previsionali per il 2018 confermano un andamento costantemente crescente della componente estera della domanda turistica che non ha conosciuto tregua, soprattutto negli ultimi anni, con una crescita media dal 2010 ad oggi pari al 4,6% per gli arrivi e al 3,4% per le presenze.
Un trend che raggiungerebbe proprio nel 2018 il suo picco storico, con anno base il 2010. Nel 2018 si consoliderebbe, dunque, la fidelizzazione dei clienti stranieri nella scelta dell’Italia prioritariamente come destinazione turistica: 62,8 milioni di arrivi a fronte dei 60,5 milioni del 2017 (+3,7%) e 216,4 milioni di presenze a fronte delle 210,7 milioni di presenze dell’anno precedente (+2,7%).
Tradotto in incrementi assoluti, si prevede l’arrivo di oltre 2 milioni di turisti stranieri in più che dovrebbero generare un surplus di circa 6 milioni di presenze.
Sono cinque le destinazioni regionali nelle cui offerte ricettive, in valore assoluto, si concentra circa il 70% dei pernottamenti dei clienti stranieri pari a ben 150 milioni di presenze: Veneto (48,3 milioni di notti), Trentino Alto Adige (30,3 milioni di notti), Toscana (25,5 milioni di notti), Lombardia (24,9 milioni di notti) e, infine, Lazio (21 milioni di notti).
PERMANENZA MEDIA: SUL PODIO CALABRIA, MARCHE E SARDEGNA
La permanenza media stimata nel 2018, ossia il numero medio di notti trascorse negli esercizi ricettivi per ogni arrivo, è pari a 3,37 notti per cliente, in calo per la componente della clientela domestica (da 3,35 notti del 2017 a 3,29 del 2018) e sostanzialmente stabile per quella estera (3,48 nel 2017 e 3,45 nel 2018).
A livello regionale, la permanenza nelle strutture ricettive dei clienti è in media più lunga nelle Marche (5,30 notti per cliente), in Calabria (4,92 notti per cliente), in Sardegna (4,53 notti per cliente), in Trentino Alto Adige (4,26 notti per cliente) che nelle rimanenti realtà territoriali turistiche regionali.
Al sopra della media italiana, pari a 3,37 notti per ogni arrivo, si collocano, inoltre, l’Abruzzo (3,86 notti per cliente), la Puglia (3,84 notti per cliente), la Campania (3,56 notti per cliente), il Veneto e l’Emilia Romagna (3,55 notti per cliente), il Friuli Venezia Giulia (3,45 notti per cliente) e, infine, il Molise (3,38 notti per cliente).
VENETO PRIMO, MOLISE ULTIMO. IL RATING DELLA “RILEVANZA STRANIERA”
Al fine di misurare, seppur in maniera preliminare e non esaustiva, il livello di rilevanza straniera per regione, ossia il peso dei flussi turistici provenienti dall’estero rispetto all’attività turistica complessiva del territorio, sono stati considerati semplicemente due indicatori: il rapporto tra gli arrivi dei turisti stranieri sul totale degli arrivi e il rapporto tra le presenze dei turisti stranieri sul totale delle presenze.
Tre i cluster individuati in base al livello di rilevanza degli stranieri: alto, medio e basso.
Sono sei le realtà regionali che più di tutte presentano un peso maggiore dei flussi turistici stranieri in relazione al totale della domanda (arrivi e presenze) in ciascuna realtà analizzata: Veneto (115,68 punti), Lazio (112,88 punti), Lombardia (110,99 punti), Trentino Alto Adige (110,24 punti), Friuli Venezia Giulia (109,37 punti) e Toscana (108,92 punti).
Per queste destinazioni, la rilevanza percentuale sia degli arrivi che delle presenze degli stranieri sui flussi complessivi è superiore al 50 per cento.
Nel secondo cluster individuato, quello a “rilevanza media” si collocano altre otto territori: Sardegna (110,24 punti), Sicilia (104,84 punti), Campania (104,05 punti), Liguria (102,71 punti), Piemonte (101,09 punti), Valle d’Aosta (100,24 punti), Umbria (96,98 punti), Emilia Romagna (93,24 punti) e Puglia (91,06 punti).
A far parte del raggruppamento dove risulta minore il livello di “rilevanza straniera”, le rimanenti regioni: Calabria (89,49 punti), Marche (87,63 punti), Basilicata (85,41 punti), Abruzzo (85,39 punti) e, infine, Molise (83,64 punti).