Il Covid-19 “stoppa” il turismo, Demoskopica: Calabria si prepari a terapia d’urto da 100mln
Al di là dei condivisibili timori dei cittadini, spaventati in particolare dalla notizia di un primo caso di contagio da coronavirus nella nostra regione (QUI), ma non da meno per gli oltre 1800 altri casi finora risultati positivi in tutta Italia, un altro elemento non di poco conto, e da tenere in considerazione, è quello dei danni economici che l’intero “sistema” Paese, e in particolare la Calabria, potranno patire sin da subito nei diversi settori produttivi (QUI).
Tra questi, senza dubbio, quello del turismo. Un settore su cui l’allarme, in questo caso, lo lancia direttamente il presidente dell’Istituto Demoskopika, Raffaele Rio sostenendo che gli effetti, negativi, siano già evidenti dopo lo stop alle gite scolastiche e dopo i “consigli di viaggio” di numerosi Paesi ad evitare l’Italia o a prendere mille precauzioni al rientro dalla stessa.
“È sufficiente - afferma Rio - analizzare soltanto i dati di arrivi e spesa turistica generati da questi Paesi in Calabria per disporre di un quadro prospettico di ciò che potrebbe accadere al sistema turistico calabrese se la situazione dovesse prolungarsi anche mesi successivi”.
Secondo gli ultimi dati desumibili dal sito del Ministero degli esteri, in continuo aggiornamento, tra le nazioni che hanno diffuso avvisi di allerta o di restrizione nei confronti dei viaggi nella Penisola, ci sono anche molte aree determinanti per il comparto turistico regionale, aree che rappresentano ben il 60 per cento degli arrivi in Calabria, generando circa il 40 per cento della spesa turistica.
“Nel dettaglio - precisa il numero uno di Demoskopika - figurano dieci realtà (Germania, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Stati Uniti, Slovacchia, Russia, Spagna, Brasile e Cina) che, nell’ultimo anno disponibile, hanno prodotto poco meno di 200 mila arrivi generando una spesa stimata pari a 75 milioni di euro”.
Rio però invita a non cadere, appunto, nell’allarmismo ma anzi ad attivarsi positivamente: “per ridurre il peso della paura”, sostiene, sarebbe utile istituire, in tempi brevi, un’unità di crisi nella nostra regione con l’obiettivo di attuare, in condivisione con le parti sociali, un piano di interventi per 100 milioni di euro con copertura finanziaria da recuperare, anche e non solo, da una riprogrammazione di una parte delle “risorse liberate” in dotazione alla Regione.
“L’unità anticrisi - per Rio - potrebbe, nel concreto, monitorare costantemente l’andamento dei flussi turistici in regione per misurare e comprendere i motivi di una eventuale contrazione; regolamentare modalità, requisiti, tipologia e tempi del sostegno economico; incentivare una rete di incontri con i maggiori tour operator attivi nell’attività di incoming; chiarire intenzioni e programmi dei principali vettori e, infine, - conclude il presidente di Demoskopica - progettare una incisiva campagna di promozione del made in Calabria prioritariamente nelle aree a maggior rischio”.