Terzo appuntamento con il “Teatro d’aMare”
Al Teatro del Porto di Tropea andrà in scena il terzo dei cinque spettacoli previsti dal cartellone allestito dal direttore artistico Maria Grazia Teramo e da LaboArt Tropea e che ha per tema I passaggi e paesaggi del teatro contemporaneo.
Venerdì 31 agosto arriva “Zitta... cretina” di Bernando Migliaccio Spina, compagnia LocriTeatro. Anche quest'opera, interpretata da Giulia Palmisano e accompagnata musicalmente da Marco De Leo, racconta una storia di Sud. Il testo riprende le vicende di “Adele” di Giuseppina Torregrossa. Adele, incinta di un uomo scomparso nel nulla, decide di andare in sposa, così da tacitare la nomea di “donna perduta” cui sarà inevitabilmente destinata, a Totò, detto il manciato, causa una malattia delle pelle che lo rende repellente ai più. Adele impone delle regole al marito, da questi accettate, vita insieme ma letti separati, ma le regole, si sa, sono fatte per essere infrante. Zitta...cretina è una denuncia al forte maschilismo presente nella cultura meridionale, ancora difficile da scalfire, in quanto assume connotati diversi ma non meno discriminatori nel corso delle epoche.
Bernardo Migliaccio Spina è diplomato all'Accademia d'arte drammatica della Calabria. Esordisce con tre spettacoli teatrali da lui scritti e diretti: “Asimmetrici”, “Acciaio” e “Ingranaggi”. Dal titolo del primo dei suoi lavori teatrali prende il nome il suo studio di Produzioni cinematografiche, “Asimmetrici film”. Ha al suo attivo tre cortometraggi (“Perfettamente Rosa”, “Agnus Dei” e “Flegma”), e due lungometraggi “Malanova” e “L'uomo del gas”. È insegnate di tecniche teatrali e dirige la scuola di recitazione “LocriTeatro”.
In caso di maltempo lo spettacolo andrà in scena al Palazzo Santa Chiara, in Largo Ruffa, nel centro storico di Tropea.
Lo scopo di Teatro d'aMare è quello di avvicinare il pubblico locale, regionale e il bacino di utenza turistica ai nuovi linguaggi comunicativi, coniati dalle compagnie contemporanee, alla continua ricerca di sintesi che superino i linguaggi già esplorati dal teatro. Questa vuole essere un’occasione per arricchire l’immaginario della regione Calabria, affiancare alle bellezze naturali e all’eccellenza dei prodotti tipici un altro tassello non meno prezioso: le iniziative culturali, spesso veramente scarne rispetto alla richiesta del turismo estivo.
Cinque spettacoli della rassegna, accomunati da una linea drammaturgica che racconta le storie di un sud che ha voglia di rivincita, un sud che ha voglia di cacciarsi di dosso tutte le etichette negative che, spesso anche a ragione, gli sono state appioppate.
La rassegna è iniziata con il Laboratorio di clowneria, a cura di Rossana Colace, che si è tenuto il 19 e il 20 agosto presso il LaboArt Cafè di Santa Domenica. Domenica 26 agosto è stata inaugurata la mostra d'arte “Matram x y z” con le opere di Myriam Clericuzio, Vida Dena e Naomi Serrao. La mostra è curata da Marco Perri e allestita nel foyer del Teatro del Porto.
La direzione artistica è affidata a Maria Grazia Teramo, presidente da otto anni dell'associazione culturale LaboArt Tropea. Attrice e regista proveniente dall'ormai ex fucina di teatro calabrese: l'Accademia d'Arte Drammatica di Palmi (Reggio Calabria), ha lavorato, tra gli altri, con Luciano Lucignani, Alvaro Piccardi e Flavio Colombaioni. Il suo lavoro è coadiuvato da un’equipe di professionisti appartenenti all'associazione LaboArt e da altre associazioni dpresenti sul territorio di Tropea e delle zone limitrofe.
Quarto appuntamento con il cartellone di Teatro d'aMare sarà il 4 settembre arriva la Piccola Compagnia Dammacco e Serena Balivo, vincitrice del Premio Ubu 2017 come migliore attrice italiana under 35, di scena sarà “L'inferno e la fanciulla” per la regia di Mariano Dammacco. I linguaggi scelti sono quelli dell’allegoria e dell’umorismo, affiancati da una lingua altra, poetica. In scena, l’attrice interpreta una surreale bambina, la fanciulla, e conduce gli spettatori in un suo personale viaggio all’inferno, non l’inferno delle anime dannate, bensì l’inferno che a volte ci sembra di vivere nella nostra quotidianità. Si tratta di un viaggio alla ricerca di una propria dimensione di adulto. Gli spettatori assistono al confronto della fanciulla con le aspettative e le speranze riguardo la sua vita, con le difficoltà e le delusioni legate alla ricerca di qualcuno che le sia affine.