Rievocata la Festa della Bandiera di Santo Stefano. Presente il Presidente Oliverio
Calorosa accoglienza quella riservata al Presidente della Regione Mario Oliverio che, nel tardo pomeriggio di ieri, ha partecipato alla XIV^ Festa della Bandiera promossa dall’Amministrazione comunale di Santo Stefano in Aspromonte in collaborazione con il Parco Nazionale dell’Aspromonte e con la Consulta Giovanile per celebrare il 171° anniversario della prima storica uscita del tricolore nazionale.
La bella e significativa manifestazione, fortemente voluta dal Sindaco Francesco Malara, consiste nella riproposizione di quanto avvenne il 29 agosto del 1847, il giorno in cui Domenico Romeo, protagonista di primo piano dei moti risorgimentali, lanciò il proclama della rivolta e i patrioti di Santo Stefano in Aspromonte, per primi, fecero sventolare il tricolore, che fu poi assunto come bandiera nazionale, sulla piazza del paese. Fu lo stesso Domenico Romeo che Il 2 settembre, assieme al fratello Giannandrea, al nipote Pietro Aristeo e al cugino Stefano, alla testa di cinquecento seguaci, prese Reggio Calabria, istituendovi un governo provvisorio, presieduto dal canonico Paolo Pellicano e che il 15 settembre, a seguito di un conflitto a fuoco, in contrada Cicciarello di Marrappà, nei pressi di Podàrgoni, venne assassinato e barbaramente decapitato dalle guardie urbane di Pedavoli (comune filo-borbonico) e la sua testa fu esposta nel cortile delle carceri di San Francesco a Reggio Calabria, per due giorni, quale monito per i tanti rivoltosi ivi detenuti.
La cerimonia rievocativa dell’alza bandiera, svoltasi alla presenza del Presidente Oliverio e dei rappresentanti del locale Comando della Stazione dei Carabinieri, dell’Associazione Nazionale Bersaglieri e della Fanfara della Sezione di Reggio Calabria, è stata preceduta dall’inaugurazione dell'opera pittorica di Daniela Autunno "Tracce di storia" e da un convegno moderato dallo stesso sindaco Francesco Malara sul tema: “Santo Stefano e la Bandiera”, a cui ha portato il proprio saluto il consigliere regionale Sebi Romeo.
Nel corso dell’assise sono intervenuti il dott. Raffaele Leuzzi che ha parlato dei fatti del 2 Settembre 1847 nelle opere di Francesco Fava e Francescantonio Leuzzi e il prof. Elio D’Agostino, cultore della Storia del Comune di Santo Stefano in Aspromonte. La conclusione dei lavori è stata affidata al Presidente della Regione Mario Oliverio che, nel corso del suo intervento, ha sottolineato fortemente il valore dell’unità dell’Italia e dell’Europa e il contributo che la Calabria, i nostri paesi e le nostre città, i nostri uomini e le nostre donne hanno dato alla causa dell’Unità d’Italia, combattendo in prima linea e sacrificando la propria vita al valore supremo dell’unità nazionale.
“Quella bandiera tricolore che ancora una volta stasera è sventolata a Santo Stefano in Aspromonte -ha detto, tra l’altro, il Presidente della Regione di fronte ad un uditorio numeroso e attento- va tenuta cara e alta, ma per farlo occorre recuperare l’orgoglio di essere italiani, figli della stessa terra e sconfiggere coloro i quali, a stagioni alterne, si presentano con volti e con maschere diverse: prima ostentando la maschera dell’egoismo territoriale, che contrapponeva il Sud al Nord e che indicava nel Mezzogiorno la terra dei terroni parassiti e fannulloni; poi, coprendosi il volto con le bandiere sovraniste”.
“Rispetto a costoro -ha aggiunto Oliverio- è necessario assumere una iniziativa forte, che deve essere quella di rivendicare con orgoglio di essere la terra che ha dato i natali a uomini come i Romeo che hanno dato la loro vita per costruire un’Italia unita, forte e coesa sotto ideali comuni ed un’unica bandiera. Lo hanno fatto perché ne erano profondamente convinti, ma anche e soprattutto perché solo con una Italia sostanzialmente unita è possibile costruire una prospettiva diversa in cui possano esprimersi ed essere valorizzate tutte le potenzialità e le risorse di questo Paese”.
“In questo quadro -ha concluso il presidente della Giunta regionale- il Mezzogiorno e la Calabria, che sono al centro del Mediterraneo, possono rappresentare una grande risorsa ed avere un ruolo fondamentale nel dialogo con l’Europa e con i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, soprattutto rispetto a questioni epocali che riguardano i fenomeni migratori e che non possono essere assolutamente risolti con atteggiamenti discriminatori e repressivi. Alimentare la paura per racimolare consensi, non serve. L'Europa deve interrogarsi sulle cause del fenomeno e agire su di esse. E il campo delle forze progressiste, che non sono animate da spirito xenofobo e guardano con una impostazione umanitaria ed inclusiva a questo fenomeno, tesa ad affermare i diritti delle persone, deve avere la capacità di mettere in campo una proposta concreta e unitaria senza mai rinunciare, a partire dalla nostra terra, di trasmettere ai nostri giovani i valori e gli ideali che hanno spinto i loro padri e i loro nonni a battersi e a lottare per costruire un Paese forte e unito, protagonista della storia e artefice del proprio destino”.