Perrone e Carbone (Cisl): “Allarmanti i dati sulla sicurezza scolastica”
“Con la sicurezza degli studenti non si scherza. Occorre intervenire subito, anche con strumenti d’emergenza per arginare l’allarme scaturito dai dati Miur, secondo i quali, moltissime scuole - a Reggio Calabria - non sarebbero agibili o non avrebbero fornito le informazioni documentali per sconfessare il dato.
Con una presa di posizione forte, chiediamo anche interventi eclatanti e non con lo scopo di alimentare o diffondere paura, ma per la salvaguardia dell’incolumità di migliaia di studenti e tantissimi operatori del mondo scolastico”. È quanto si legge in una nota stampa congiunta di Rosi Perrone Segretario generale Ust - Cisl Reggio Calabria e Arcangelo Carbone – Segretario generale Cisl Scuola Reggio Calabria -
“La fotografia restituita dai numeri del ministero - si legge nella nota dei due sindacalisti - è inquietante: solo il 4,5% degli istituti ha il certificato di agibilità/abitabilità, anche se l’1,2% che non lo possiede riguarda gli istituti costruiti prima del 1970; l’8,6% invece non possiede l’agibilità e, un numero elevatissimo di scuole invece, vige in uno status di informazione assente, ossia non ha fornito la documentazione che possa attestare i requisiti, o meno, di agibilità”.
“La legge 81/2008 individua impropriamente il Dirigente scolastico responsabile della sicurezza degli edifici scolastici. Orbene, è risaputo da tutti - si legge ancora nella nota - che non dispone né dei mezzi finanziari né dell'ufficio tecnico competente; anzi, per la sicurezza, il dirigente scolastico è quotidianamente a rischio di pesanti sanzioni e vive con questa ‘spada di Damocle’ sulla testa, risultando ingiustamente il più esposto. I Comuni e le provincie piuttosto, proprietari degli edifici scolastici dispongono sia degli uni che degli altri.
Quindi, per dare un'impostazione adeguata e seria agli atavici problemi di sicurezza, bisogna emendare quest'articolo della legge 81/2008 esimendo i dirigenti scolastici da tale responsabilità, individuando legittimamente l'ente proprietario e il responsabile della sicurezza del suo immobile. In assenza di tale emendamento e proseguendo in una difesa inopportuna e dannosa da parte della politica, il problema della sicurezza non ha strutturalmente la possibilità' reale di essere risolto.
Il nostro intento non è quello di perorare un rimpallo di responsabilità ma chiediamo chiarezza e celerità di intervento per risolvere la questione sicurezza dell'edilizia scolastica. In questa disputa su chi legittimamente può e su chi impropriamente ha - per legge - la responsabilità, chi subisce le nefaste conseguenze è proprio il mondo scolastico, fatto quotidianamente di alunni e di personale scolastico, dirigente scolastico compreso”.
“In questo scenario, è facile dedurre che a Reggio Calabria, - scrivono ancora i due sindacalisti nella nota - edilizia scolastica non è sinonimo di sicurezza. Il rischio è elevatissimo e chiediamo all’ufficio regionale scolastico, previa verifica approfondita, di valutare la possibilità di chiusura delle scuole strutturalmente a rischio, con la premura di sollecitare interventi di manutenzione, a tutela della incolumità di studenti, corpo docenti e addetti ai lavori.
E non è da sottovalutare il fatto che, la paralisi dell’edilizia scolastica, oltre ad inficiare il processo di messa in sicurezza delle strutture, rappresenta una delle cause che rallenta la ripartenza dell’economia del settore ‘edilizia’, dal quale si potrebbe produrre una grande leva per il dato occupazionale. Un percorso non certo facile e che richiede ingenti somme di investimenti. Ma evidentemente l’ordinaria manutenzione non è stata gestita nel rispetto delle norme, altrimenti è inspiegabile un dato così alto di istituti fuori la soglia di agibilità. E ad ogni modo, non si tratta a ribasso con la sicurezza dei ragazzi.
Altri episodi drammatici che hanno caratterizzato la storia recente del nostro Paese siano da monito a quanti hanno il dovere istituzionale, e morale - aggiungiamo - di fare delle scelte forti e lungimiranti. Trovare soluzioni alternative dal punto di vista logistico, questa deve essere una priorità. Noi ci siamo, e offriamo piena collaborazione qualora si dovesse aprire un tavolo di discussione con istituzioni, parti sociali e scuola, e dal quale speriamo possano arrivare soluzioni concrete e rapide”.
“Stiamo avviando – concludono Perrone e Carbone - un percorso comune con il Garante per l’infanzia della Regione Calabria, dott. Antonio Marziale, non già per dar seguito all’estemporaneità del momento, ma per intraprendere un costante monitoraggio dei fatti con eventuali denunce, fino a quando non si arriverà ad una piena risoluzione della questione”.