Dal Sud futuro e lavoro. Sindacati in corteo a Reggio, partita la manifestazione nazionale
“#futuroalLavoro. Ripartiamo dal Sud per unire il Paese”: questo lo slogan che campeggia davanti al corteo organizzato dalla triade sindacale della Cgil, Cisl e Uil e che - come annunciato - è partito stamani da Piazza De Nava a Reggio Calabria, incamminandosi per corso Garibaldi e concludersi poi in Piazza Duomo, dove sono previsti i comizi di chiusura.
Le sigle rivendicano la centralità del lavoro, ritenuto come la leva per eliminare le profonde disuguaglianze sociali, economiche e territoriali del nostro Paese.
Per farlo Cgil, Cisl e Uil hanno dunque deciso di organizzare l’imponente manifestazione proprio facendola partire dal Mezzogiorno, così da richiamare la necessità che il Sud sia al centro delle politiche di sviluppo del governo nazionale.
Alla vigilia si prevedeva un’affluenza di almeno un 20 mila persone con una Reggio Calabria praticamente blindata per assicurare che tutto si volgesse nel migliore e più tranquillo dei modi.
In testa al corteo sono arrivati i segretari generali dei tre sindacati, Maurizio Landini (per la Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil).
LANDINI INVOCA PIANO STRAORDINARIO DI INVESTIMENTI
“Oggi si difende la democrazia per dire che c’è bisogno del lavoro” così come c’è anche la necessità di un di un piano straordinario di investimenti pubblici per l’Italia.
A sostenerlo è il segretario della Cigl Maurizio Landini parlando coi giornalisti durante il corteo. Landini ha spiegato che “se le persone non hanno il lavoro, non hanno diritti” elementi che rischiano minare lo stato democratico.
“Ci sono troppe diseguaglianze” ha sbottato il segretario Cigl ricordando la necessità di rilanciare e con forza “un’idea di unità del Paese” fondata appunti “sugli investimenti”.
Una unità invocata anche per cambiare “l’Europa, per affermare un’Europa dei diritti e anche un’Europa della solidarietà che oggi non c’è”.
Secondo il segretario ci sono dei ritardi strutturali nel paese: “pensiamo alle infrastrutture ma – ha detto - non solo quelle materiali, ferrovie, strade, aeroporti, ma pensiamo anche alle infrastrutture sociali, le università, le scuole, gli asili. Siamo davvero di fronte alla necessità di costruire davvero un Paese fondato sul diritto delle persone”.
Parola d’ordine, dunque, “creare lavoro” ed “evitare che i giovani intelligenti e i giovani in generale se ne vadano dal nostro Paese come sta succedendo e quindi il punto decisivo è ricostruire la fiducia che ce la si può fare e un piano straordinario di investimenti pubblici è la condizione per far ripartire l’economia”, ha concluso Landini.
PER BARBAGALLO (UIL) IL SUD È ABBANDONATO
Non distante dalla visione di Landini anche quella del segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo che rammenta i ritardi infrastrutturali del mezzogiorno: “Cristo si è fermato ad Eboli e l’alta velocità a Salerno” ha affermato evidenziando come ciò dia la dimensione “di come il Mezzogiorno sia ancora abbandonato”.
Anche per Barbagallo, quindi, “bisogna fare investimenti pubblici e privati per rilanciare l’economia e fare le infrastrutture”.
Secondo il segretario Uil basterebbe mettere in sicurezza il territorio per avere prospettive di rilancio: “purtroppo invece – sostiene rammaricato - dobbiamo piangere sempre morti sul lavoro per la scarsa capacità di dare sicurezza al lavoro e dobbiamo avere sempre una prospettiva sbagliata non utilizzando le risorse economiche europee che non spendiamo fino in fondo”.
FURLAN (CISL): FERMARE LA FUGA DEI GIOVANI DEL SUD
Ha parlato invece di una manifestazione “imponente” e “storica” Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, definendola come “uno spartiacque” sottolineando la presenza al corteo di migliaia e donne, di uomini “e – afferma - soprattutto giovani giunti da ogni regione del Mezzogiorno e anche dal resto d'Italia” e con la loro partecipazione “lanciano un messaggio al Governo che non può essere ignorato”, ovvero che l'Italia non esce dalla crisi “senza lo sviluppo del Mezzogiorno”.
Ma anche la Furlan invoca “una svolta negli investimenti pubblici e privati” che potrebbero “fermare la fuga dei giovani del Sud verso le altre regioni”.
(notizia in aggiornamento)