Preparavano un attentato per “accreditarsi” con la ‘ndrangheta
Progettavano un attentato contro le istituzioni: per questo motivo sono stati arrestati Michele e Alessandro Macrì, padre e figlio di origine calabrese, di Cinquefrondi, titolari di un bar di Vallecrosia, in provincia di Imperia, al termine di un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia. I carabinieri sono arrivati ai due in base a delle "inquietanti" intercettazioni telefoniche in cui si progettava un omicidio a scopo "dimostrativo". Sequestrate anche delle armi. Stamattina è fissata in carcere l’udienza di convalida dell’arresto per i due calabresi. E' probabile che Alessandro Macrì volesse conquistarsi un posto di rilievo nell'ambito della malavita organizzata. Il giovane è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica calibro 6,35 che, stando alle risultanze investigative, avrebbe dovuto utilizzare per uccidere due rappresentanti delle istituzioni, molto probabilmente investigatori, ma l'attentato e' stato scongiurato grazie alla loro cattura. E' quanto sembra emergere, in queste ore, da un approfondimento degli elementi investigativi. In particolare un'intercettazione ambientale, dove i carabinieri avrebbero registrato la voce del figlio raccontare questo suo progetto al padre. Quanto si trattasse di una semplice ipotesi o di un piano ben organizzato, non e' ancora possibile stabilirlo. Per il momento i due rimangono indagati, in concorso per la detenzione di un'arma clandestina: una pistola semiautomatica di fabbricazione francese, con matricola abrasa. Oggi, all'interrogatorio di convalida, il gip Edoardo Bracco ha confermato l'arresto, in carcere, per entrambi.