Olivadoti (Cittadini per la Calabria): “porre fine al precariato ultra-ventennale”
“Il dettato costituzionale purtroppo viene smentito dai fatti, i rapporti di Svimez o Bankitalia certificano che 26 mila laureati hanno lasciato la Calabria negli ultimi 10 anni perché oggi più che mai manca il lavoro. Il divario tra nord e sud si allarga sempre di più. Il rapport Svimez acclara in maniera impietosa che in tutta l’area del sud Italia ed in tutta l’Europa l’unica regione che arretra è la Calabria. Su un piano prettamente occupazionale in realtà arretra sempre di più rispetto alle altre regioni del mezzogiorno, in quanto abbiamo un precariato da oltre 20 anni di valenti professionisti che aspettano la stabilizzazione sempre in base all’art 1 della Costituzione. Il precariato oggi in Calabria è composto da laureati, ingegneri, professionisti capaci che ingrossano le fila della mobilità in deroga così come tutto il precariato che rientra nella legge 28 e il precariato della sanità”.
Un bilancio designato con amarezza da Domenico Olivadoti di Cittadini per la Calabria che “oggi nonostante gli impegni assunti della Giunta regionale della Calabria, la stessa Giunta continua a non dare risposte ai lavoratori precari che invocano legittimamente la stabilizzazione.
Questi precari sono impiegati nella Pubblica Amministrazione con contratti a progetto, svolgendo attività di rendicontazione nei bandi del Fondo Sociale Europeo, oltre che attività di controllo e monitoraggio con certificazione della spesa. In tutto sono 100 con contratti CocoPro” – spiega Olivadoti.
“Insieme a questa vertenza – prosegue pungente il presidente del collettivo - dobbiamo inserire tutto il precariato presente nella sanità calabrese, poi abbiamo Lsu e Lpu oltre 4600 unità lavorative, infine abbiamo i 297 precari che rientrano nella legge n.28 che vede interessati ingegneri laureati che prestano servizio presso i dipartimenti regionali, Comuni e Aziende Sanitarie che da oltre 22 anni stanno aspettando la stabilizzazione. Il mio auspicio che il governo regionale si faccia carico in maniera concreta della situazione anomala che investe tutto il precariato, le cui famiglie sono lasciate da troppo tempo ormai in una situazione di difficoltà economica e di incertezza per il proprio futuro, perché ogni giorno che passa per queste famiglie è foriero di preoccupazione e angoscia, non potendo neanche accedere ad un mutuo per acquisto della prima casa. Serve un segnale forte e tangibile per questi precari affinché venga riconosciuta e tutelata la propria dignità e il diritto al lavoro sancito dall’ articolo 1 della Costituzione”.
“Un pensiero speciale – prosegue - va ai precari che rientrano nella legge n. 28 che dipendono da Calabria Lavoro, i quali prestano servizio presso l’Azienda Sanitaria di Crotone e più precisamente si occupano del registro tumori. E’ solo grazie alla professionalità e dedizione di questi precari se oggi Crotone ha avuto l’accreditamento del registro tumori. Questi precari oggi più che mai sono diventati indispensabili per il bagaglio di competenze ed esperienza maturato in un settore delicatissimo come il Registro tumori. Di fronte a questo disagio sociale ed iniquità, tutti i politici calabresi degli ultimi 20 anni ed oltre sia di Centro Destra che di Centro Sinistra dov’erano”? – si chiede Olivadoti.
“Hanno solo millantato facendo macelleria sociale. La mia riflessione da cristiano che mi porta ad incarnare valori di solidarietà, sussidiarietà e di ascolto, è che dal 1994 in poi è mancata l’incarnazione della Pastorale dell’ascolto da parte della classe politica causando il disagio sociale di tutto il precariato in Calabria. L'invito umile che faccio alla classe politica calabrese in particolare al nostro governatore Oliverio è che – conclude la nota - metta mano concretamente ai problemi e che si adoperi alla stabilizzazione di tutto il precariato calabrese attuando il dettato dell’articolo 1 della costituzione italiana”.