Feroleto. Infertilità e procreazione assistita: concluso il meeting scientifico
Una lunga giornata di studio e di dibattito sui temi della procreazione medicalmente assistita, sull’infertilità di coppia, le sue cause e le cure possibili. Questi i temi affrontati nel meeting svoltosi in un hotel di Feroleto Antico con la direzione scientifica del dottor Rosalbino Isabella, ginecologo lametino specialista in Pma. All’incontro hanno partecipato ginecologi ed esperti in materia provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. A fare gli onori di casa, oltre ad Isabella, anche gli specialisti presidenti del meeting Pasquale Vadalà, Domenico Perri, Lia Ermio, Carlo Maria Stigliano.
I recenti dati del registro nazionale sulla Pma hanno accertato che l’infertilità maschile si attesta al 29,3%; quella femminile è al 37,1%. È stato inoltre evidenziato che l’infertilità idiopatica ovvero il mancato concepimento dopo un anno di tentativi senza metodi concezionali, raggiunge la percentuale del 15,1%. Sull’incapacità di concepire incide anche il fattore genetico (0,9%).
Il primo intervento è stato affidato a Carlo Foresta Ordinario di Endocrinologia - Uoc Andrologia e Medicina della Riproduzione all’Università di Padova il quale ha trattato il tema della sterilità maschile dovuta al papilloma virus.
“L’80 per cento dei maschi, nel corso della vita, incontra il papilloma virus. L’infezione si può contrarre in diversi modi, anche senza avere un rapporto completo, e può durare anche due anni – ha detto Foresta – tutti i tipi di papilloma virus danno infertilità e vi sono anche dei tumori correlati all’Hpv”. Gli studi clinici hanno confermato l’importanza dell’utilizzo del vaccino contro l’Hpv in quanto l’induzione degli anticorpi dà una risposta efficace per debellare l’infezione.
Enrique Criado Scholz, embriologo direttore di Ovobank e di Fiv Marbella che sono tra le più importanti banche di ovuli in Europa ha affermato che è sempre più in aumento il numero di pazienti che si affida alle cure degli esperti per la fecondazione eterologa ovvero la fecondazione assistita in cui il seme oppure l’ovulo che servono per il concepimento di un bambino non appartengono ai genitori ma a una persona esterna alla coppia.
“Per fare l’eterologa – ha spiegato Criado Scholz - si ha bisogno di ovociti freschi ma in Italia il numero è limitato, quindi la maggior parte delle coppie ha bisogno delle banche estere”. L’embriologo ha ribadito che sono sempre più numerose le coppie che preferiscono andare in Spagna per la Pma visti i brillanti risultati ottenuti in questi ultimi anni”. Criado Scholz ha infatti rimarcato che “la Spagna è il terzo paese al mondo per trattamenti di fecondazione assistita, l’esperienza è ormai di altissimo livello. Assorbiamo – ha evidenziato - il 40 per cento del turismo riproduttivo europeo. In Francia la donazione dei gameti è anonima, in Inghilterra invece no; in Germania e Svizzera è vietata”.
I dati confermano la leadership della Spagna nella Pma: nel 2015 gli ovociti arrivati in Italia dalla Spagna sono stati 2779; nel 2016 il numero è salito a 6239, di cui 1375 sono stati destinati a coppie del Lazio. Nello stesso anno il numero di embrioni giunti in Italia è di 2865 di cui 1363 in Emilia Romagna. Il valore economico dei trattamenti realizzati in Spagna nel 2016 relativamente alla Pma si aggira intorno a 530 milioni di euro, il ciclo medio di trattamento in una clinica privata costa 6500 euro. In Italia vi sono 350 centri autorizzati per la fecondazione assistita.
Il meeting è continuato con l’intervento del Dottor Antonio Guglielmino, ginecologo e direttore del centro Unità di medicina riproduttiva di Catania, il quale ha illustrato i protocolli di stimolazione ovarica. “L’obiettivo della stimolazione è rendere fertile la donna, consentirle di avere una gravidanza – ha asserito l’esperto – a questo proposito l’elementi di cui tenere conto sono l’età della donna e la sua riserva ovarica. Dobbiamo guardare sempre ai benefici ma anche ai danni che possiamo fare alla donna perché la stimolazione crea sconvolgimenti di non poco conto nel corpo femminile”.
Stefano Palomba, Primario del Reparto di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, ha centrato l’attenzione sull’endometriosi e la preservazione della fertilità. “Nella donna con endometriosi minima – ha precisato Palomba - probabilmente la chirurgia è efficace ma solo se la paziente deve fare tentativi riproduttivi naturali; ciò in considerazione dell’età e di tanti altri fattori”. Obiettivo precipuo, dunque, operare in maniera rispettosa della funzione riproduttiva che può invece essere seriamente danneggiata da laparoscopia e da procedure chirurgiche per endometriosi profonda.
Nel corso del workshop, al termine delle letture magistrali, sono stati realizzati dei Role Play aventi come protagonisti due attori che hanno simulato quattro differenti casi clinici alla presenza di un medico esperto che ha analizzato le problematiche della infertilità di coppia indirizzandoli sul percorso clinico-terapeutico da intraprendere.
Ha chiuso i lavori Franco Marincolo encomiando Rosalbino Isabella per l’innovativo workshop, la sua professionalità ed il suo spirito imprenditoriale.