Revocata pensione a disabile: Cisal bacchetta Inps. Dinami pronta alla protesta
Un 58 enne di Dinami, Giuseppe Macrì, meglio conosciuto, affettuosamente, come Peppinello Macrì, si è visto revocare la pensione da parte dell’Inps “per mancanza di documentazione medico specialistica comprovante le infermità”.
Sulla vicenda, e a sostegno del signor Peppiniello, è intervenuto il Segretario Generale Cisal, Franco Cavallaro, che definisce la decisione “assurda”.
Secondo Cavallaro la questione “merita una più seria e responsabile riflessione se vogliamo credere che al cittadino debbano essere riconosciuti i più legittimi diritti e ancor più di fronte ad un caso che continua, giorno dopo giorno, a registrare la più ferma presa di posizione dell’opinione pubblica.”
“Come si ricorderà Peppinello Macrì, - chiarisce Franco Cavallaro- riconosciuto invalido civile con percentuale del 75 percento nel 2012, tre anni dopo ripresentava all’Asp competente domanda ottenendo, incredibilmente, dopo la visita, il giudizio di “non invalido”. Avverso il mancato riconoscimento proponeva ricorso e con decorrenza aprile 2016 riotteneva l’invalidità al 75 per cento. Il peggioramento delle condizioni di salute portava, in data 12 giugno 2018, alla presentazione di una ulteriore domanda di aggravamento e l’8 agosto scorso, dopo visita al centro medico legale dell’Inps di Vibo Valentia, arriva quello che non ti aspetti: “non gli viene riconosciuta l’invalidità civile” con la motivazione di cui sopra. Valutazione che provocava la reazione dell’interessato propiziando anche l’attenzione degli organi di informazione dopo la denuncia dello stesso.”
“Questa più che discutibile ed inverosimile decisione dell’Inps di Vibo Valentia, - aggiunge - dopo aver scosso la sensibilità dei cittadini del territorio vibonese, non può non essere fatta propria dalle istituzioni che insistono nella provincia perché quanto accaduto a Peppinello Macri, affetto da ritardo mentale e sindrome ansioso depressiva grave, rappresenta un precedente che potrebbe incidere non poco nella vita di chi oggi soffre più degli altri per patologie di enorme disagio e rischio della salute. Non può essere, quella confermata dal direttore regionale dell’Inps, una decisione che salvaguardi il pieno diritto di un cittadino dopo una conclamata certificazione del grave stato di salute.”
Il Segretario Generale Cisal aggiunge: “L’Inps ha dimostrato di non saper gestire istanze di questo tipo per cui deve rivisitare il proprio atteggiamento e non deludere le attese e le speranze di chi crede nello Stato. Quel che più conta e rappresenta una gravità estrema è la posizione assunta dal direttore regionale dell’Istituto di previdenza, Diego De Felice, che da questo caso non riesce a cogliere la più opportuna occasione per fare recuperare all’Inps l’immagine di “Ente di garanzia” verso le motivate aspettative di un cittadino che soffre ed è portatore di un palese stato di grave infermità riconosciuto quasi a furor di popolo. Accade, infatti, - prosegue - che la revoca della pensione al più noto “Peppinello Macrì”, di cui la Cisal si è fatta carico e non solo dal punto di vista dell’assistenza previdenziale, abbia generato uno scontento popolare su Dinami e dintorni. Il fatto che la stampa se ne sia occupata a livello regionale ha anche un suo significato.”
Cavallaro poi si esprime su alcune dichiarazioni fatte da giornalisti ed ha concluso rendendo noto che “Dinami, infatti, è quasi pronta, se non interverranno fatti nuovi, a difendere il legittimo diritto alla salute di un concittadino scendendo in piazza per condannare l’incapacità dell’Inps di gestire casi di estrema delicatezza come questo.”