Porto Gioia Tauro: Medcenter rimane e pone tema competitività

Reggio Calabria Attualità

Assicurazioni sulla volontà di Medcenter di rimanere a Gioia Tauro sono state date al commissario dell'Associazione degli industriali della provincia di Reggio Calabria, dove, questa mattina, si e' svolto un confronto tra i vertici dell'azienda, rappresentanti dall'amministratore Vincenzo Iacona e le organizzazioni sindacali. Lo ha reso noto il commissario di Confindustria della città dello Stretto, Pippo Callipo, ai giornalisti. "Mi hanno assicurato - ha detto testualmente il commissario Callipo - che non hanno intenzione di abbandonare Gioia Tauro, ma che e' solo questione di competitività". Dopo il blocco di trenta ore delle attività portuali per il mancato arrivo di navi, da più parti e' stato lanciato l'allarme sul ridimensionamento di questa struttura di transchipment che fino a qualche anno fa deteneva il primato nel Mediterraneo. Una rappresentanza di lavoratori, questa mattina, in concomitanza con la riunione presso l'Assindustria reggina, ha dato vita ad un sit-in. Pippo Callipo, parlando con i cronisti, ha sottolineato che in passato non si era mai verificato il fermo delle attività ed ha sottolineato che Medcenter "vuole essere competitiva perché si tratta di un'azienda e non già di un ente di assistenza. E siccome sono nati altri porti che usufruiscono di benefici da parte dei loro governi essi sono diventati molto più competitivi di Gioia Tauro. Allora e' importante che il Governo nazionale prenda coscienza di questo e aiuti la società perché possa essere competitiva e far tornare il transchipment ai livelli del passato". Il commissario dell'Associazione degli Industriali reggini ha sottolineato che "la società deve impegnarsi ad investire e a rinnovare: e questo dimostra come voglia rimanere sul territorio. E qualche segnale lo ha già dato. Da parte dei sindacati e dei lavoratori - ai quali sono vicino per la mia natura aziendale - ci dovrà essere l'impegno a ridurre le assenze, le malattie perché queste sono dei costi diretti sul lavoro. Secondo me ci vuole anche un impegno reciproco dell'azienda e dei lavoratori".