Porto di Gioia. Sindacalista Orsa licenziato dalla Mct, Sigle in rivolta: indette 24 ore di sciopero
“Politico/sindacale”, “ampiamente annunciato” e “confezionato all’uopo con motivazioni evidentemente pretestuose”: definisce così l’Orsa, l’Organizzazione sindacati autonomi di base del comparto, il licenziamento del suo segretario nazionale del comparto porti, Domenico Macrì, da parte della nuova proprietà della Medcenter Container, società che opera nel porto di Gioia Tauro.
Da qui la decisione di avviare un primo sciopero di 24 ore che coinvolgerà i dipendenti della Mct Spa e programmato per il prossimo 20 febbraio, oltre ad azioni di denuncia e di protesta che saranno realizzate in tutto il territorio nazionale.
Storico sindacalista, Macrì lavorava da oltre vent’anni all’interno dell’importante scalo calabrese ed era sempre in prima linea nella difesa dei lavoratori.
“A nulla è valsa la tentata mediazione della Segreteria Generale con la nuova proprietà” sbottano dal sindacato sostenendo che il management della Mct Spa, non avrebbe “mai fatto mistero dell’insofferenza nei confronti del Sindacato di Base che non accetta la concertazione a perdere e si pone a testa alta per la difesa dei diritti, delle tutele e dei salari continuamente minacciati dall’atteggiamento padronale che la direzione della MCT ha mostrato sin dal primo momento”.
Secondo la Sigla il licenziamento del suo rappresentante sarebbe un modo per “arrestare l’avanzata dell’Orsa che nell’azienda vanta una significativa rappresentanza ed ha ristabilito il senso della dignità operaia”.
Insomma, il sospetto è che possa essersi trattato di “un’azione esemplare per mettere il bavaglio al Sindacato, colpirne uno per educarne cento!” e che “a pagare le conseguenze del disegno autoritario aziendale” sia stato Macrì, Segretario Nazionale, “licenziato dopo mesi di provocazioni e vessazioni, con motivazioni che nelle sedi legali dimostreremo essere pretestuose e finalizzate a ottenere un fronte sindacale accondiscendente a danno dei lavoratori”.
“Sorprende - aggiunge l’Orsa - il silenzio delle Organizzazioni Sindacali sedute al tavolo delle trattative, al netto delle diversità di vedute, di fronte all’arroganza padronale il sindacato dovrebbe compattarsi a prescindere in difesa delle libertà sindacali, se si consente l’escalation dell’’autoritarismo prima o poi toccherà a tutti passare dalle forche caudine”.
La sigla ribadisce che difenderà Macrì in tutte le sedi e con tutti gli strumenti sindacali e legali a disposizione, “fino a ristabilire giustizia, democrazia e libertà sindacali nel Porto di Gioia Tauro”.
Usb: “attacco a sindacalismo concertativo”
Solidarietà sia a Macrì che ad Orsa, intanto, è giunta dalla Confederazione regionale USB che si dice sdegnata dell’accaduto: “Conosciamo Mimmo da molti anni, stimandolo per il suo impegno sindacale e per la sua ferma posizione a difesa dei lavoratori portuali e non solo, e per questo - affermano - non riusciamo a credere alle motivazioni con cui la MCT giustifica questo atto. Siamo convinti siano solo meri pretesti per liberarsi di una spina nel fianco, e che ci troviamo di fronte ad un licenziamento politico, un atto di repressione antisindacale contro il quale manifestiamo la nostra indignazione”.
“Riteniamo che questo sia un attacco al sindacalismo non concertativo, per questo lo viviamo come un'aggressione anche alla nostra organizzazione e saremo al fianco di Mimmo e dell'OrSA Porti fino a quando non otterremo la revoca di questo atto scellerato”, concludono dall’Usb.