Meccanico “fantasma”: da dieci anni non dichiarava redditi. E smaltiva illegalmente
Fusti di olio esausto, rottami ferrosi ed in plastica provenienti dalla manutenzione di veicoli, motori, candele, tubi in gomma, filtri, imballaggi metallici ed in plastica, stracci e carta sporca: il tutto sparso in un’officina meccanica dove veniva esercitata l’attività di autoriparatore; infine, oltre a cinque automezzi in riparazione.
Questo lo scenario che si è presentato agli occhi dei militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Paola, che hanno eseguito un accesso per fini fiscali in una ditta individuale, che è risultata essere un evasore da ben dieci anni, esattamente dal 2008, non avendo presentato alcuna dichiarazione dei redditi oltre che a non essere in regola con la normativa sullo smaltimento dei rifiuti.
Le fiamme gialle hanno smascherato così il meccanico “fantasma”, che lavorava nella provincia cosentina, grazie all’individuazione cosiddetta “mirata”, cioè con un’attività incrociata di controllo del territorio e l’utilizzo delle banche dati a disposizione del Copro.
Gli investigatori hanno sviluppato una analisi specifica di rischio e di rilevato dei significativi elementi di pericolosità sotto il profilo fiscale.
Avviata l’ispezione nella ditta il contribuente non ha esibito alcuna la documentazione, sia contabile che relativa allo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi prodotti, fatta eccezione per un registro di carico e scarico che però non era né vidimato né compilato.
“La gestione dei rifiuti – spiegano le fiamme gialle - è un’attività di pubblico interesse e, per questo, essi devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e degli ecosistemi ovvero senza che si determino: rischi per eventuali contaminazioni dell’atmosfera, dei corpi idrici, dei suoli, oltre che fattori di tossicità per la fauna e la flora; inconvenienti derivanti da rumori o da cattivi odori e depauperamento del paesaggio”
In questo caso, i rifiuti speciali pericolosi prodotti da attività come i meccanici hanno bisogno di particolari cure nella loro manipolazione, stoccaggio e trasporto, così da evitare rischi di contaminazione dell’ambiente.
Per questo devono essere smaltiti affidandoli a delle ditte specializzate autorizzate sebbene in alcuni casi sia consentito smaltire particolari rifiuti speciali con una convenzione con il Servizio di Gestione Pubblica.
Accertate le violazioni degli obblighi previsti dal Codice dell’Ambiente, le Fiamme Gialle hanno proceduto con le relative contestazioni al meccanico, che ora rischia una sanzione amministrativa fino a 6.200 euro. Infine, sarà ricostruita la sua reale posizione fiscale calcolando le imposte che si ritiene abbia evaso.