Vibo, Confial affronta problematiche lavoratori Tribunale e Procura, Provincia e Asp
La Confial al fianco dei lavoratori del Tribunale e della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, dei lavoratori part time della Provincia e dei Tirocinanti precari dell'ASP di Vibo.
Il segretario nazionale della Confial, Benedetto Di Iacovo, affiancato da Nicola Lo Torto, consulente legale del provinciale di Vibo Valentia, hanno incontrato i lavoratori ex dipendenti della Provincia di Vibo Valentia ricollocati presso il ministero della Giustizia a seguito della legge "Del Rio". I dipendenti assunti con contratto par time chiedono da tempo la conversione in full time al pari di tutti i loro colleghi ricollocati nei diversi enti.
Anche il procuratore capo di Vibo Valentia ha, con diverse missive, fatto analoga richiesta al Ministero di Giustizia.
"L'utilizzo a tempo pieno dei lavoratori consentirebbe - si legge in una nota della Confial - un migliore e più efficace funzionamento degli uffici giudiziari, a supporto dei Giudici, in un territorio difficile con carichi di lavoro per Magistrati e lavoratori sempre più elevati, per la pervasiva presenza di ndrangheta e criminalità organizzata.
Confial puntando anche al coinvolgimento dell'ordine degli avvocati, si adopererà verso le istituzioni e forze politiche locali e il Ministero competente perché possa essere risolta questa incresciosa anomalia che rischia di minare la credibilità del più importante presidio di legalità del territorio, nonostante le responsabilità non siano da addebitare agli organi direzionali dell'importante Presidio giudiziario vibonese".
"Coinvolgeremo la deputazione calabrese di maggioranza e di opposizione -ha dichiarato il segretario nazionale Di Iacovo- perché anche attraverso interrogazioni parlamentari, si chiedano lumi al Ministero competente, evidenziando che non provvedendo si decideranno anche forme di agitazione nel rispetto dell'esercizio della giustizia, presso il presidio giudiziario vibonese. Il Ministero dovrà spiegare perché non pone fine ad una infrazione di legge, quale il rapporto sproporzionato, illegittimo ed illegale, tra lavoratori full time e parte time che, per legge e contratto, nel secondo caso non dovrebbe superare il 25% del totale del personale a tempo indeterminato. In questo caso, per quanto riguarda il personale in forza alla procura di Vibo, siamo di fronte ad una assurdità, 4 lavoratori a tempo pieno (full time) e circa 14 a tempo parziale (part time).
Il Ministero, siamo sicuri vorrà correre ai ripari al più presto. Faremmo tutti più fatica -conclude Di Iacovo- a spiegare ad esempio ai datori di lavoro privati che devono osservare la legge e quindi il rapporto che vede nel 25% la soglia massima non superabile di rapporti parte time, rispetto al totale dei full time. É per questo indispensabile porre rimedio a questa assurdità".
Il Segretario nazionale Di Iacovo ed il consulente legale avv. Lo Torto, tra l'altro vibonese, hanno poi incontrato una delegazione di ex lavoratori della provincia di Vibo, anch'essi a tempo indeterminato ma a sole 18 ore settimanali, con un gravoso carico di lavoro e responsabilità. Situazione che si è aggravata sia per il dissesto dell'Ente, che per il passaggio di oltre 200 lavoratori dei centri per l'impiego, già dipendenti provinciali, alla regione. Condizione che ha portato la dotazione organica dell'ente dalle precedenti oltre 400 unità alle circa 160 attuali.
Anche per questa vertenza la Confial ha tracciato un percorso preciso di coinvolgimento delle Istituzioni locali e regionali, nonché specifiche iniziative di mobilitazione.
A seguire altra assemblea con alcuni lavoratori tirocinanti dell'ASP di Vibo. Anche questa una vertenza incresciosa, circa 22 lavoratrici e lavoratori tenuti in modo precario come tirocinanti a 500 € al mese. Una vertenza che si trascina da circa 13 anni senza risultati. I lavoratori e le lavoratrici sono stufi e stanchi ed hanno detto basta, minacciando iniziative eclatanti, atteso che il 23 ottobre cessa anche l'attuale contratto di tirocinio e non si intravedono risposte di continuità. Si tratta di 22 famiglie che reclamano risposte dalle istituzioni, a prescindere dalle vicende, anche giudiziarie, che hanno interessato il datore di lavoro precedente. La Confial ha preso, in tale direzione, impegni con i lavoratori e chiamerà a confronto e al fianco degli stessi anche alcune altre organizzazioni che hanno, precedentemente, sottoscritto accordi, poi non mantenuti con l'ASP, perché si diano risposte occupazionali adeguate.