L’Istituto comprensivo di Crosia a Gerusalemme per rappresentare la Calabria
La professoressa Carmela Vulcano, docente di inglese presso l’Istituto comprensivo Crosia, è rientrata nei giorni scorsi dallo Yad Vashem a Gerusalemme dove ha partecipato, per la nostra regione, al seminario di formazione docenti sull’insegnamento della Shoah.
La docente è stata designata dall’Ufficio scolastico regionale della Calabria. L’importante iniziativa formativa, rivolto a un docente individuato per ogni regione d’Italia, è stata effettuata in attuazione di un apposito Protocollo d’Intesa siglato lo scorso mese di marzo fra il Miur e l’Istituto di Studi Superiori dello Yad Vashem, in collaborazione con la delegazione italiana presso l’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra). La professoressa Vulcano è stata selezionata grazie al notevole interesse e la conoscenza dell’argomento sviluppati nell’arco di 10 anni di studio personale, di ricerca sul campo, di ascolto silenzioso e riconoscente degli ultimi testimoni dell’Olocausto o di ebrei di seconda e terza generazione.
Yad Vashem è l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, istituito per “documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime”. Il seminario è stato tenuto in inglese con un servizio di interpretariato di supporto per i docenti che ne avessero bisogno; è stato articolato in 10 giorni di formazione con lezioni frontali, momenti seminariali e attività di gruppo. La struttura ospitante, contemporaneamente, ha accolto docenti provenienti da ogni regione europea, con l’intento di creare momenti di confronto e accentuare lo spirito di condivisione nelle dinamiche di gruppo.
I docenti hanno illustrato l’approccio didattico dell’International School for Holocaust Studies) alla Shoah, che si articola in sei punti: la vittima ebrea; l’indifferente; l’esecutore; l’approccio appropriato alle diverse fasce d’età; l’interdisciplinarità e il ruolo dell’educatore.
“La storia della Shoah – ha evidenziato la professoressa Vulcano - è spesso ridotta al “durante”, quasi dimenticando che esiste anche un “prima” e un “dopo” e quindi bisogna rapportarsi alle testimonianze o testimoni secondo un modello a spirale, che procede dalla storia dell’individuo, quindi, storia della famiglia ristretta o allargata; storia della comunità di appartenenza e narrazione storica. In tale prospettiva di fondamentale importanza rivestono i luoghi della memoria”.
Yad Vashem insegna che Shoah non è solo il racconto dello sterminio di massa; ma implica lo sforzo di comprendere l’animo umano e le modalità con le quali l’uomo ha affrontato le situazioni e i difficili dilemmi etici di quei terribili anni, fatti di scelte che, spesso erano senza scelta. Difatti, per i Nazisti, essere nel diritto significava “avere il diritto di” quindi era morale stare nella legge senza discutere, anche quando questa risultava discutibile, ma in quanto legge andava rispettata. Legalità era legittimare leggi moralmente discutibili, che ponevano l’utilità al primo posto e la certezza di essere nel giusto al secondo. È questo principio che ha consentito l’accettazione di ogni barbarie.
Durante i dieci giorni la professoressa Vulcano e i suoi colleghi, fra l’altro, hanno avuto la possibilità di visitare diverse zone del paese ospitante. I “corsisti” hanno anche ricevuto la visita da parte dell’Ambasciatore italiano a Gerusalemme, Gianluigi Benedetti, insieme al sottosegretario alla Cultura Lorenzo Fioramonti, ai quali Anna Piperno, direttore tecnico Ihra Miur, ha richiesto maggiori fondi per meglio sviluppare la tematica ed espletare la missione di educatrici all’assolto.
“L’obiettivo di questa formazione professionale, spirituale e umana – ha spiegato la professoressa Vulcano - è di condividere quanto appreso, rendersi disponibile a cooperare positivamente, mettendo a frutto, a livello regionale e locale, i risultati della propria esperienza formativa presso lo Yad Vashem, anche in considerazione della presidenza italiana dell’Ihra nel 2018”.
L’Istituto comprensivo Crosia, grazie alla lungimiranza della dirigente Donnici ha attivato una rete di scuole a livello regionale ed europeo sulla tematica “Il sentiero ebraico in Calabria”, finalizzato alla scoperta-riscoperta di tracce della popolazione ebraica sul territorio calabrese per creare un continuum tra passato, presente e un futuro di accettazione delle diversità, pace e uguaglianza tra i popoli.
Il percorso sarà seguito dalla dirigente Donnici e dalla professoressa Vulcano e vedrà un primo momento di formazione del team docenti selezionato nelle scuole partners a livello regionale; momento di divulgazione e formazione locale delle “Linee guida nazionali per una didattica della Shoa”; avvio dei lavori suddivisi per tematiche, paese di appartenenza e fascia d’età degli studenti; supporto di Rabbi Barbara Aiello, prima Rabbina donna d’Italia ed ebrea di seconda generazione naturalizzata in California e residente a Serrastretta; creazione del “Treno della memoria” che come un filo conduttore legherà e collegherà i paesi dell’Est Europa, i maggiori testimoni della follia Nazista, alla Calabria; lungo un percorso di testimonianze audiovisive, cartacee e fotografiche.