Giornate Fai di Primavera, visite anche in Calabria

Calabria Tempo Libero

Un weekend in cui soffermare lo sguardo, spesso sfuggente e distratto, sulle bellezze poco conosciute e inaccessibili del nostro Paese, grazie agli itinerari tematici e alle aperture speciali proposti dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in 250 città italiane: l’occasione saranno le Giornate FAI d’Autunno, in programma sabato 13 e domenica 14 ottobre 2018, evento realizzato dai Gruppi FAI Giovani a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordati di salvare l’Italia”, attiva fino al 31 ottobre.

Da nord a sud della Penisola l’invito è quello di lasciarsi sorprendere dalla ricchezza del patrimonio diffuso italiano, scoprendo con occhi curiosi e da prospettive insolite 660 luoghi in tutte le regioni. Per l’occasione, 3.800 volontari – appartenenti soprattutto ai Gruppi FAI Giovani – accompagneranno gli italiani lungo 150 itinerari a tema, da percorrere liberamente, che vedranno l’apertura di luoghi solitamente non visitabili o poco valorizzati - palazzi, chiese, castelli, aree archeologiche, giardini, architetture industriali, botteghe artigiane, musei, fari ma anche interi quartieri e borghi - raccontati con lo spirito entusiasta che caratterizza i giovani.

Inoltre, in accordo con la campagna #salvalacqua che il FAI promuove per sensibilizzare i cittadini sul valore di questa risorsa preziosa ma sempre più scarsa, quest’anno molti percorsi avranno come fil rouge l’acqua e tra i siti visitabili ci saranno numerosi mulini, dighe, cisterne, acquedotti e depuratori (per le aperture più interessanti vedi approfondimento a seguire).

A Reggio si potrà visitare la Stazione sperimentale per le industrie delle essenze. Istituita nel 1918, la Stazione Sperimentale per l’industria delle essenze e dei derivati degli agrumi di Reggio Calabria compie nel 2018 un secolo di vita. Oggi ospita al suo interno oltre ai laboratori di distillazione di essenze anche una importante biblioteca con l’archivio e un piccolo museo con attrezzature e documentazione fotografica storica. Dal 1926 distilla ed estrae numerose tipologie di essenze, che vanno dalle più comuni (geranio, timo, menta, coriandolo, verbena, finocchio, melissa) a quelle più pregiate e ricercate in ambito profumistico e di maggiore reddito, fra cui i fiori d’arancio, di gaggia, di rosa, di giacinto, di giunchiglia e della tuberosa. Furono promosse inoltre già dagli anni Venti ricerche sull’utilizzazione della polpa e della scorza delle arance e sul recupero dell’essenza di bergamotto residua dopo il normale processo tecnologico. Il prestigio della Stazione crebbe negli anni e agevolò lo sviluppo di tutti i servizi di ricerca, di analisi e di sperimentazione agronomica sino a essere nominata come ente certificatore della Denominazione di Origine Protetta “Bergamotto di Reggio Calabria – olio essenziale”. Negli ultimi anni la Stazione è stata svuotata di competenze ma oggi che le attività e le esportazioni legate alla coltivazione del bergamotto sono finalmente di nuovo in crescita potrebbe recuperare il prestigio di cui era stata privata.

A Bivongi si seguirà un itinerario tra acqua, archeologia industriale e spiritualità. L’itinerario, in perfetta sintonia con il tema dell’anno, ovvero l’acqua, prevede la visita alla Centrale Idroelettrica e al sito termale “Bagni di Guida”, al Mulino "do Furnu", alla Chiesa di Mamma Nostra con le sue opere e al Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis. Tra le tappe: Mulino “Do Furnu”. L’area dove insistono ancora oggi i resti di un antico opificio è chiamata “angra do fhurnu” (orto del forno) o “Argalia” (luogo dove batteva il maglio). Il mulino “do Furnu” costituisce, insieme alla contigua Ferriera Fieramosca, una straordinaria testimonianza del passato industriale della vallata dello Stilaro. Fino al sec. XVII, appartenne alla famiglia Fieramosca. Venne realizzato nel XIII secolo dai cistercensi e, nel corso dei secoli, l’antico forno per l’argento fu trasformato in ferriera per produrre granate per l’esercito reale. Il mulino venne utilizzato fino al XVIII secolo per la frantumazione della galena, ovvero solfuro di piombo ricco di argento, che costituisce il principale minerale per l’estrazione del piombo, sfruttato fin dagli albori della civiltà. Sui resti della ferriera venne poi realizzata una conceria che rimase attiva fino agli anni ’50.

A Pizzo saranno di scena le storie dal mare e dalla tradizione di Pizzo Calabro

I volontari del gruppo FAI Giovani saranno lieti di accompagnarvi in un affascinate percorso alla scoperta della marina di Pizzo per visitare i luoghi della tradizione legati al culto del mare, in linea con il tema dell’anno: l’acqua. A partire dall’antica tonnara fino alla tonnara piccola, il FAI propone una passeggiata nel tratto racchiuso dalla vecchia cava, con le sue grotte e gallerie, passando per la frana che ha permesso di rinvenire una balena vissuta 7milioni di anni fa, per approdare alla Chiesa di Piedigrotta. Tra le tappe: la tonnara Antica. La loggia della tonnara Antica detta «tonnara Grande» o «Antica» o «tonnara d' 'a Praja» è una delle quattro installate nel comprensorio di Pizzo. Fa parte della categoria delle “tonnare di corsa” che intrappolavano i pesci durante la loro corsa verso la riproduzione. L’antica tonnara apparteneva alle entrate feudali delle famiglie De Silva e Mendoza, principi di Mileto e pare che la prima messa in mare risalga al 1475 (1). Ogni tonnara possedeva sulla spiaggia ampi appezzamenti di terreno con capaci strutture in muratura, dette «logge». In piena attività le funzioni delle «logge» erano molteplici e comprendevano anche la pesatura dei pesci catturati, la sezionatura e la salagione, le trattative e le vendite. Nei periodi in cui le tonnare non erano operanti, nelle «logge» venivano immagazzinati i barconi, i rimorchiatori, le ancore, reti, cordami e altre attrezzature.

A Soveria Mannelli si terrà una manifestazione Dall'antica Abbazia ai musei d'impresa: storie virtuose di un territorio. Il percorso mette in luce la storia virtuosa di un territorio che abbraccia due comuni della Sila catanzarese. Partendo da Carlopoli, che vanta un passato segnato dalla spiritualità dell'Abate Gioacchino da Fiore, che qui guidò l'Abbazia di Santa Maria di Corazzo, passando a Soveria Mannelli per raccontare l’operosità di un territorio che ha visto la nascita delle realtà imprenditoriali più importanti della regione: il Lanificio Leo, la casa editrice Rubbettino e la Camillo Sirianni s.a.s. Tra le tappe anche la biblioteca “Michele Caligiuri”. Questa viene istituita nel 2006 da Mario Caligiuri, docente dell'Università della Calabria, Vice Sindaco di Soveria Mannelli. Il primo nucleo della biblioteca nasce dalla passione per i libri nutrita dal padre di Mario, Michele, al quale la biblioteca è intitolata. Il professore, ereditando la stessa passione, per la cultura e lo studio incrementerà nel corso degli anni la collezione, tanto da dotare la biblioteca di volumi che spaziano dalla storia d'Italia, agli usi e costumi, all'arte e alla letteratura.

Eventi anche a Carlopoli nell’Abbazia di Santa Maria di Corazzo in località Castagna. A Cosenza potrà essere visitato l'acquedotto nel Castello; a Santa Severina si terranno incontri dedicati alla Fontana Vecchia: 1890 l'acqua pubblica arriva a Santa Severina. Mentre a Spezzano della Sila si terranno manfiestazioni ai Giganti della Sila, in località Croce di Magara.