A Civita il XIII congresso provinciale del Movimento cristiano lavoratori
Ha voluto dare un segno “tangibile di solidarietà e vicinanza con la comunità” Leonardo De Marco, presidente provinciale di Mcl Cosenza, che ha voluto organizzare il congresso del Movimento proprio a Civita, centro del cosentino in cui due mesi fa sono decedute 10 persone nel canyon del Raganello.
A Civita arriveranno dunque più di 200 delegati che si confronteranno sulle tematiche dell’identità e dell’Europa, per ricordare a tutti ed in primis a noi stessi la coerenza di voler essere da sempre movimento tra la gente e per la gente”. “Forti della nostra identità, attraverso il lavoro, costruttori di speranza in Italia e in Europa, è infatti il tema che guiderà i lavori del XIII congresso provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori di Cosenza.
I delegati saranno a Civita per “offrire la testimonianza di fede e di solidarietà, facendo rivivere un momento di aggregazione sociale a questo borgo bellissimo con la partecipazione di oltre duecento persone tra delegati e ospiti da ogni parte della nostra provincia e anche dalla nostra Italia. Con il nostro stile vogliamo contribuire a fare in modo che Civita continui a vivere, ad essere quel borgo dove migliaia e migliaia di persone vengono per apprezzare le Gole del Raganello ed il paesaggio naturalistico del Parco Nazionale del Pollino. Civita deve continuare a vivere per ciò che era ieri e non ad essere ricordata per la dolorosa tragedia di oggi”.
La Provincia di Cosenza rappresenta lo zoccolo duro dell’MCL Calabria con quasi due terzi dei comuni presidiati dal movimento come esempio di “forte impegno sociale per costruire, attraverso opere di convincimento, quei ideali e quei valori di cui siamo portatori sani” ha sottolineato ancora De Marco.
Il congresso che sarà chiamato alla elezione del nuovo direttivo e al rinnovo del Presidente, vedrà la partecipazione di 184 delegati in rappresentanza dei territori e di una ventina di delegati nazionali del movimento e di alcuni ospiti stranieri tra i quali spicca la presenza di Bilbil Kasmi, presidente dei Sindacati liberi e indipendenti di Albania (Sauatt), che parteciperà all’assemblea provinciale presso la Rocca di Kruja a Civita insieme al direttore generale del Patronato Sias, Alfonso Luzzi, al vice presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Vincenzo Massara, e diverse autorità ed istituzioni del territorio tra i quali il Sindaco di Civita, Alessandro Tocci, il presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, il vescovo della Diocesi di Cassano all’Jonio, Monsignor Francesco Savino.
Al centro del confronto i temi di stretta attualità sociale e politica della società italiana che “sta attraversando un momento non poco felice. Oggi non c’è più quella politica di un tempo passato che guardava con particolare attenzione i problemi sociali della gente – aggiunge De Marco - Lo stato sociale del paese è ad un livello estremamente basso. In Italia si contano circa 5 milioni di poveri e, mai in Italia, anche subito dopo il dopo guerra la situazione era così grave”.
Il DEF messo a punto dal Governo in questi giorni fa registrare “qualcosa di nuovo”, ma “non basta - afferma il segretario provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori - il reddito di cittadinanza, ad esempio, è qualcosa di sbagliato. Non ci convince e non ci entusiasma perché a nostro parere questo è un metodo clientelare ma che soprattutto andrebbe a congelare l’intelligenza dei nostri giovani già fortemente provati dall’enorme crisi di lavoro. Vogliamo che i nostri giovani debbano essere liberi da schemi clientelari partitici. Nove miliardi di euro, questo è ciò che costa il reddito di cittadinanza, si sarebbero potuti investire meglio” ad esempio dando la “possibilità alle imprese per assumere giovani ed investire sulla formazione professionale, facendo in modo di formare nuove figure nel mondo del lavoro produttivo”.
Ma spazio per il confronto ci sarà anche sull’idea di Europa che in questi anni sta passando sui tavoli della politica che “non è affatto quella che i nostri padri fondatori avevano delineato. Così com’è ora questa Europa non ci piace e non è capace di affrontare neanche i grandi temi scottanti come quelli dell’immigrazione verso la quale bisogna costruire una strategia politica condivisa di accoglienza e solidarietà per aiutare i popoli in difficoltà a ritrovare la propria identità e stabilità sociale anche lontano dai propri confini”.