Bando Arcea: dietrofront della Regione, Gallo “nel nulla più di 3mila domande”
"Un concorso per nuove assunzioni che va in fumo, in una terra affamata di lavoro, perché mancherebbe una delibera. Con migliaia di giovani calabresi costretti a stracciare le proprie domande di partecipazione." Il consigliere regionale Gianluca Gallo porta in cronaca la notizia dell’avvenuta revoca del concorso pubblico, per titoli ed esami, indetto dall’Agenzia della Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura, per l’assunzione a tempo indeterminato di 12 unità.
«In una terra tristemente nota per essere in cima alle statistiche in fatto di disoccupazione, ed in presenza di un preoccupante crescita del tasso di emigrazione», sottolinea il capogruppo della Cdl, «ci si trova di fronte al paradosso di un concorso pubblico stoppato all’ultimo momento, dopo che già a migliaia si erano affrettati ad inviare la propria domanda di partecipazione, senza che da parte della giunta regionale o della stessa Arcea si avverta il buon gusto di fornire almeno spiegazioni in ordine alla decisione».
Eppure, secondo l’esponente della Cdl, «una risposta è dovuta: a quel che si sa, sarebbero più di 3.000 i calabresi che avrebbero presentato istanza di ammissione alle prove concorsuali. A loro, adesso, oltre al lavoro, è negata anche la semplice possibilità di provare a trovarne uno». Insiste Gallo: «La faccenda non può passare sottotraccia. Una giunta regionale quotidianamente prodiga di dichiarazioni stampa, ormai esperta in inaugurazioni e tagli del nastro, ha il dovere morale ed istituzionale di verificare e spiegare a cosa sia dovuto l’inatteso passo indietro, di far sapere quando il concorso sarà rimesso in moto e che fine faranno le domande pervenute, e soprattutto di attivarsi perché le procedure vengano riavviate quanto prima».
Ma al governo regionale arriva un’ulteriore richiesta: «Fonti attendibili per quanto sprovviste del crisma dell’ufficialità – incalza Gallo – spiegano a mezza voce che lo stop sarebbe stato originato dalla mancanza, a monte dell’intera procedura concorsuale, di una delibera autorizzativa da parte proprio della giunta regionale. Si stenta a credere ad un’ipotesi che, qualora fosse confermata, richiederebbe severi approfondimenti, in sede politica e contabile. Per questo è necessario che dalla Cittadella giungano in tempi brevi i chiarimenti del caso, ammesso che ve ne siano. Di sicuro continueremo a seguire l’evoluzione della vicenda, finché non si avranno certezze e sarà dato conto, ai calabresi, delle responsabilità dell’accaduto».