Psicoterapia per curare tumore, medico denunciato da paziente
Prima la comparsa di un nodulo al seno, poi dopo tre anni la diagnosi infausta: tumore con metastasi al livello osseo.
È la storia di una 45enne di Catanzaro che ha deciso di affidare al proprio legale, in una denuncia, il racconto della tragedia che l’ha coinvolta: la donna, adesso in fin di vita, sarebbe stata curata per il tumore con un sistema per così dire “alternativo”.
Secondo il racconto della 45enne, il medico che l'avrebbe presa in cura avrebbe messo da parte la medicina tradizionale per affidarsi a delle sedute di psicoterapia e ipnosi.
Nella sua terapia non c’erano farmaci, né tantomeno ospedali ma soltanto l’invito a “rimanere rilassata”, contando sulla propria forza di volontà e su “un atteggiamento positivo”.
Nella “ricetta” il medico avrebbe inserito anche possibili viaggi, per “cambiare aria”. Ma la donna adesso rischia la vita e la denuncia del legale è finita sul tavolo della Procura della Repubblica di Catanzaro.
La vittima, dopo la scoperta del nodulo, ha raccontato di essere stata “manipolata” dal professionista che l’avrebbe “raggirata” fino al punto di “plagiarla” approfittando “di uno stato mentale precario per il decorso della malattia”.
Dopo aver saputo della sua diagnosi, sempre secondo quanto raccontato dalla 45enne, il medico le avrebbe proposto due strade: “la medicina tradizionale con visite e cure” e la “medicina alternativa” che prevedeva appunto l’assenza di “accertamenti”.
Secondo questo metodo la donna avrebbe dovuto capire che il nodulo si sarebbe formato a causa della “perdita o dalla separazione di una persona cara”.
Così per superare la malattia, la 45enne si sarebbe dovuta allontanare dalle persone che la “influenzavano negativamente”, ovvero dalla famiglia e dagli amici che “invece - racconta la stessa - mi consigliavano di recarmi in ospedale per sottopormi ad una serie di esami in grado di appurare le mie condizioni di salute”.
“Io, letteralmente plagiata dalle parole di... e dai suoi 'insegnamenti' (come il medico stesso li chiamava) – prosegue la vittima - cominciai ad allontanarmi dalla mia famiglia e soprattutto da mia madre che mi assisteva aiutandomi nelle faccende domestiche”.
Il medico, insieme alla compagna, avrebbe anche fatto sottoscrivere alla paziente una dichiarazione che lo scagiona da ogni responsabilità.