Pellegrinaggio della Caritas di Reggio in Terra Santa
Promosso ed organizzato dalla Caritas Diocesana, si è svolto nel corso delle ultime settimane un pellegrinaggio in Terra Santa al quale ha partecipato la comunità del seminario reggino, guidata dal Rettore, Monsignor Sasà Santoro, dall’equipe educativa unitamente al Direttore della Caritas, Don Nino Pangallo, e un gruppo di laici della comunità di Tre campanili un solo cuore di Riparo, Cannavò, Prumo accompagnati dal parroco Don Nino Russo.
“Una settimana intensa, arricchita dalla preghiera, dalle meditazioni, da celebrazioni eucaristiche, da relazioni e da incontri con testimoni; un percorso sulle orme di Gesù, vissuto in spirito di condivisione, di amicizia e di gioia. Tantissimi luoghi visitati ed altrettante emozioni, da Nazareth, alle sorgenti del Giordano, al Lago di Tiberiade sino al silenzio del deserto, a Betlemme, per arrivare a Gerusalemme: la grotta del padre nostro, il monte degli ulivi, il Getsemani, il cenacolo, il tradimento di Giuda, la grotta della dormitio di Maria, l'arresto di Gesù, il rinnegamento di Pietro, luoghi e fatti si incontrano davanti a noi e si materializzano facendoci partecipare alla settimana santa. Preziosa, al ricco programma proposto dalla Caritas Diocesana, è stata la collaborazione della guida, Antonio Aversa, coadiuvato da suor Donatella Lessio, che hanno accompagnato i pellegrini per tutta la durata del viaggio”.
“Numerosi gli incontri e le testimonianze: al pozzo di Giacobbe con la samaritana ci accoglie, un monaco, esile, Giustino, che ha costruito e decorato la chiesa con le icone scritte da lui. Hanno tentato 37 volte di ucciderlo dopo aver sostituito un altro monaco ucciso e fatto a pezzi per prendersi il sito importante per gli ebrei, un esempio di martiro e santità; al rosario, al check-point 300, che separa Gerusalemme da Betlemme, divide Israele dalla Palestina, percorriamo, sotto gli occhi dei soldati, circa 100 metri, avanti ed indietro, recitando il rosario in più lingue, concludendo alla “Madonna del muro”, una grande icona, con la Madonna in attesa di un figlio; il muro, accerchia una casa, un convento ed il Baby Caritas Hospital, un incredibile realtà dove suore, medici e infermieri accolgono e curano bambini palestinesi affetti da malattie causate anche e soprattutto dalle condizioni dei territori occupati e chiusi ad ogni scambio e libertà, generano alla vita e alla morte le piccole vittime di questa assurda guerra.
“Ci rechiamo, ad Ain Arik, un villaggio di 1800 abitanti – racconta la nota - dei quali meno di un terzo sono cristiani (circa 260 ortodossi e 150 latini), e due terzi musulmani, nella comunità della Piccola Famiglia dell’Annunziata, fondata da Giuseppe Dossetti, meta del gemellaggio con la nostra diocesi. Il gemellaggio, proposto da Caritas Italiana, in collaborazione con la Caritas di Gerusalemme, e che vede impegnata la nostra Caritas Diocesana, ha tra i suoi obiettivi, oltre ai pellegrinaggi solidali, la riduzione del senso di isolamento della comunità cristiana palestinese; l’animazione alla carità nelle comunità parrocchiali per ridurre la povertà estrema; la realizzazione di microprogetti per contribuire allo sviluppo economico, obiettivi, emersi anche durante l’incontro tra il Direttore della Caritas, Don Nino Pangallo e da Don Nino Russo, con la Direttrice della Caritas di Gerusalemme, Suor Bridget Tighe”.
“L’incontro con un vescovo emerito del Patriarcato latino di Gerusalemme, conclude il pellegrinaggio, una settimana che ciascuno di noi porterà sempre nel cuore, un’esperienza unica e profonda, che apre ancora di più il nostro cuore all’amore, alla carità, alla pace per ogni uomo e donna del nostro tempo”.