La “Scuola a cinema”: domani il film che racconta la strage di Marzabotto
“L’uomo che verrà” di Giorgio Diritti (2010), è il terzo film in cartellone per la “Scuola a cinema”. Pellicola che ha conquistato la 4° edizione del Festival del Cinema di Roma, commuovendo il pubblico e convincendo i critici. Chiamato a ripetersi dopo l’exploit, inatteso e per certi versi clamoroso, de “Il vento fa il suo giro”, Diritti si è affidato alla storia, ad una strage ancora oggi indimenticata, ovvero all’eccidio di Monte Sole. Martedì 18 gennaio, al Cinema Citrigno di Cosenza, alle 10.00, partirà il terzo ciclo di proiezioni della rassegna che coinvolge 2000 studenti e 20 istituti superiori di Cosenza. La XII edizione affronta il tema della “Coscienza e impegno civile”. Tra i film proposti quest’anno, “L’uomo che verrà”. “Rigoroso, emozionante, onesto, appassionato, il film di Diritti sa coniugare lucidità morale e lettura storica con uno stile insolito per il cinema italiano, di elegante e non ostentata classicità”. Così lo ha recensito il celebre critico Paolo Mereghetti. Al Festival di Roma ha vinto il Gran premio della Giuria e quello del Pubblico. Il film, ambientato nelle colline bolognesi vicino a Marzabotto, racconta la dura vita quotidiana della famiglia contadina Palmieri, dall’inverno 1943 all’autunno 1944: i nazisti presidiano la Linea gotica. Lena (Maya Sansa) porta in grembo l’«uomo che verrà» a cui fa riferimento il titolo, la cognata Beniamina (Rohrwacher) spera di migliorare la sua condizione andando a servire a Bologna, il marito Armando (Casadio) si dibatte tra i vincoli della mezzadria e le imposizione fasciste, tutti, insieme ai contadini che abitano nella stessa cascina, condividendo la dura vita quotidiana. A guidare lo spettatore c’è lo sguardo curioso di Martina (Zuccheri Montanari), la figlia di Lena e Armando, diventata muta dopo la morte di un precedente fratellino e trepidante custode di quello in arrivo. L'eccidio di Marzabotto è uno di quegli episodi che premono sulla grandezza della Storia per stringerla dentro alla dimensione del dolore del singolo. Giorgio Diritti si affida a un proposito simile a quello del suo precedente “Il vento fa il suo giro”: partire dalla lingua del dialetto per raccontare una comunità e dal linguaggio del cinema per costruire un messaggio sull'identità culturale. L'uomo che verrà si confronta direttamente con la memoria storica e tende a ricostruire la storia del massacro in modo strategico, puntando sul lato emozionale della messa in scena. In programma, durante l’anno scolastico, pellicole di successo legate al mondo dei giovani, di ultima uscita o prossimi nelle sale. 5 film (il prossimo: “Il Caso Moro” di Giuseppe Ferrara (1986)) che affrontano, soprattutto, il difficile tema dell’educazione alla giustizia civile, in occasione anche dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Le pellicole avranno cadenza mensile e i ragazzi avranno la possibilità di elaborare e riflettere in aula, con gli insegnanti, delle tematiche affrontate.