Cosenza: l’Azienda Ospedaliera su morte neonato
In merito al decesso del neonato verificatosi all’Annunziata il 15 gennaio u.s., la Direzione Strategica esprime tutta la vicinanza ai genitori in questo momento di grande dolore, ma attesta la propria fiducia nel personale tutto delle Unità Operative coinvolte, che si adopera con il massimo impegno per offrire un servizio di altissima qualità, con dedizione, sacrificio e aggiornamento continuo. “Vorremmo che eventi come questo non si verificassero - afferma il CS Paolo Gangemi- ma alcuni eventi sfavorevoli sono imponderabili e non si possono evitare”. Occorre precisare, nel caso de quo, - si legge in una nota diffusa dall'azienta ospedaliera di Cosenza - che la paziente è giunta al nostro nosocomio per una gravidanza a termine che non presentava segni di patologia acuta in atto. La donna era stata seguita dal suo ginecologo ed inviata in ospedale per l’espletamento del parto; durante il monitoraggio etococardiogarfico non sono stati evidenziati elementi di emergenza –urgenza, per cui la paziente ha partorito spontaneamente. Al momento del parto il neonato, con due giri di cordone, ombelicale intorno al collo, circostanza che non si può prevenire, ha manifestato una grave cianosi diffusa ( colorito bluastro della cute) con grave difficoltà respiratoria; al piccolo veniva somministrato ossigeno senza però ottenere alcun miglioramento. Il Neonato, ricoverato in Neonatologia, dopo pochi minuti, è stato sottoposto ad una Ecocardiografia, che ha evidenziato la presenza di Grave Sindrome Malformativa Complessa con Cardiopatia Congenita Cianogena Incompatibile con la vita. Il neonato è risultato affetto, cioè, dalla più grave e rara malformazione cardiaca che si possa osservare nei neonati e che, purtroppo, ha esito infausto.
Il comportamento ineccepibile di tutto il personale che ha assistito il neonato ha permesso di garantire in brevissimo tempo la formulazione di una diagnosi e la massima assistenza. Nessuna negligenza, dunque, ma un caso di quelli che, poco umanamente, la statistica definisce semplicemente come rarissimi. Per questo si ritiene siano da evitare inutili allarmismi e “titoloni”che contribuiscono solo a danneggiare l’immagine dell’Azienda e dei validi professionisti che in essa operano quotidianamente con fatica e abnegazione, assicurando prestazioni di elevata qualità e sicurezza. “ E’ sempre difficile accettare un evento simile – ha aggiunto l’avv. Gangemi - ma è stato fatto tutto il possibile per evitarne l’esito. Non è certamente un caso di malasanità, perciò è necessario tutelare il lavoro dei nostri professionisti ai quali va garantito un clima di lavoro, sereno, non ostile, evitando la ricerca continua del colpevole”.