Rossano: l’inferno nella propria abitazione, famiglia con figlio disabile costretta a traslocare

Cosenza Cronaca
Muro cucina

Da 14 anni, ormai, vivono l’inferno. La famiglia Zangaro, il signor Antonio di 80 anni, la moglie, la signora Caterina Graziano di 76 ed il figlio Giuseppe, invalido di 56 anni, sono costretti a non poter vivere nella loro abitazione, nei pressi di Villa Labonia, nel centro storico di Rossano.

Da 14 anni una perdita d’acqua esterna che si infiltra fra le pareti di casa, e più precisamente, nelle mura della cucina, l’ambiente più frequentato, rende tutta l’abitazione invivibile per colpa dell’umidità e di tutte le problematiche che ne conseguono per la salute.

L’abitazione non è più agibile per le condizioni disumane in cui versa, e mentre la causa intentata in Tribunale per meglio comprendere di chi siano le colpe va a rilento, la famiglia Zangaro si è vista costretta a dover trasferirsi allo scalo, pagando un più che oneroso affitto, quando invece potrebbe vivere in casa propria.

Tempi biblici della giustizia, dunque, allungati allo spasimo e alimentati anche da periti poi revocati, nel frattempo, per inoperosità, altri che rifiutano l’incarico solo dopo mesi, altri ancora che pur accettando il mandato del Tribunale svolgono il loro incarico a rilento.

Per la Famiglia Zangaro, insomma, la situazione è, e resta lontanissima da una risoluzione. È, e resta insostenibile per colpa di quelle pareti della casa di proprietà che “piangono” a dirotto: problemi perlopiù aggravati dalle spese enormi per poter sopravvivere.

A tutto ciò si aggiungano le condizioni di salute del signor Antonio e della signora Caterina, aggravatesi nel tempo in tutti questi anni a causa dell’aria di casa propria resa malsana per l’umidità.

Secondo l’avvocato difensore Patrizia Straface, «è inconcepibile che in una società che si definisce civile, una famiglia possa “convivere” con queste condizioni per una perdita d’acqua eterna che proviene da chissà dove, certamente dall’esterno dell’abitazione, e che sta letteralmente consumando la vita della famiglia Zangaro. Un’ingiustizia bella e buona, in attesa che anche il tribunale si pronunci prima che sia troppo tardi: la famiglia Zangaro ha presentato esposti e denunce su denunce e spera che presto, anche grazie all’aiuto dei periti, possa finalmente risolvere tutti i suoi problemi, per poi tornare a vivere a casa propria e soprattutto gli ultimi anni della loro vita in condizioni igienico sanitarie certamente più salubri. La famiglia Zangaro è disperata ma rimane fiduciosa che la giustizia, velocemente, possa fare il suo corso».