Mezzi d’opera rubati e riciclati, nove indagati tra Calabria e Lombardia
Sono nove i provvedimenti restrittivi della libertà personale a carico di altrettante persone che stanno eseguendo stamani gli uomini della polizia Stradale di Vibo Valentia insieme ai colleghi dei Compartimenti di Catanzaro e Milano, e della Sezione di Brescia e Sottosezioni di Lamezia Terme e Palmi.
L’accusa contestata agli indagati è di far parte di una associazione a delinquere che effettuava furti di mezzi d’opera, di ingente valore, per poi riciclarli.
Le ordinanze sono state emesse dalla Procura della Repubblica di Palmi, nel reggino, e hanno attinto soggetti del vibonese, nella Piana di Gioia Tauro, del bresciano e del milanese. Sono in corso anche una serie di perquisizioni.
In particolare, la Polizia Stradale ha eseguito due obblighi di dimora e sette arresti.
In manette sono finiti: Angelo Navarra e Antonio Panzitta di Rombiolo (Vv); Pasquale Napoli di Melicucco (Rc); Gaetano Rao di Rosarno (Rc); Salvatore Schiavone di Laureana di Borrello (Rc); Rocco Pesce di Rosarno, Vittoria Schiavone di Brescia, Rocco Minzotero di Cinisello Balsamo (Mi).
Da quanto emerso, le vittime prescelte erano esclusivamente le imprese impegnate nei lavori di sub-appalto sull'autostrada A2 del Mediterraneo (l’ex Salerno-Reggio Calabria).
Gli inquirenti hanno fatto riferimento a decine di furti e ad almeno nove mezzi di cantiere - tra escavatori ed altri per il movimento terra - trafugati alle aziende e che si è riusciti a recuperare: attrezzatture che hanno un valore di oltre il milione di euro.
Secondo gli investigatori le capacità del gruppo poi, facevano il paio la loro spregiudicatezza nell’utilizzare i social sulle vendite on line: qui i veicoli venivano raffigurati e descritti, per poi ingenerare un giro vorticoso di contatti, anche internazionali.
Le indagini hanno portato a riscontrare i movimenti bancari relativi ai pagamenti dei mezzi effettuati da parte degli ignari acquirenti, ed effettuati perlopiù tramite assegni e bonifici ricollegabili all’organizzazione.
Le indagini della Polstrada di Vibo Valentia sono state avviate nel 2016. L'organizzazione si dedicava al furto ed al riciclaggio di camion, escavatori, pale meccaniche e Bobcat all'interno dei cantieri autostradali, ma in alcuni casi i mezzi sono stati rubati pure in dimore private. Per immetterli sul mercato (ordini di acquisto sono stati registrati pure a Malta ed in Tunisia), i dati identificativi dei mezzi venivano taroccati ed i documenti falsificati. In alcuni casi sono stati gli stessi proprietari dei mezzi rubati a riconoscere gli escavatori rubati e messi in vendita on line, dove i veicoli venivano raffigurati e descritti per poi ingenerare un giro vorticoso di contatti, anche internazionali. Quattro mezzi di cantiere sono stati trovati stipati all'interno di un autoarticolato fermato in autostrada nel vibonese e partito da Brescia, la cui destinazione era il Rosarnese dove i mezzi sarebbero stati taroccati.
A casa di Antonio Zangari, 46 anni, di Laureana di Borrello (Rc), per il quale è stato disposto l'obbligo di dimora, la Polizia, nel corso di una perquisizione, ha ritrovato un intero gruppo elettrogeno rubato ad agosto a Gerace (Rc) e che è stato restituito al legittimo proprietario. Alcuni veicoli sono stati invece bloccati prima di essere imbarcati per il Marocco.
A capo dell'associazione vengono collocati Salvatore Schiavone, 43 anni, di Nicotera Marina (Vv), finito in carcere, che già si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico; Pasquale Napoli, 55 anni, di Melicucco (Rc), e Rocco Pesce, 48 anni, di Rosarno (Rc), ritenuto appartenente all'omonimo clan di 'ndrangheta.
L'inchiesta è scattata dopo il furto di un escavatore alla ditta Cavalleri di Bergamo impegnata nei lavori autostradali. I mezzi venivano rivenduti on line attraverso vari siti internet specializzati. L'associazione aveva ramificazioni nel Vibonese, nella Piana di Gioia Tauro, ed in Lombardia.
Decisiva ai fini delle indagini la visione dei filmati di alcune telecamere presenti nella zona dei furti ed anche la verifica dei conti bancari degli acquirenti e dei sodali dell'associazione.
I mezzi recuperati sono stati restituiti ai legittimi proprietari. Individuata anche una tipografia di Laureana di Borrello (Rc) che provvedeva a stampare documentazione fasulla utile per la rimessa in circolazione dei mezzi. La posizione dei titolari della tipografia è al vaglio degli inquirenti.
(Notizia in aggiornamento)