Porto di Gioia Tauro: Cgil su dichiarazioni MSC, sono inaccettabili
L’intervista rilasciata al "Sole 24 ore" dal presidente di "Mediterranea Shipping Company" Gianluigi Aponte ci appare forzata e fuorviante rispetto alla posizione espressa sull’assenteismo e sulle inefficienze che rendono il porto di Gioia Tauro non competitivo con gli altri porti che si affacciano sul mediterraneo. Se così fosse si dovrebbe pensare che le OO.SS, in questi anni siano state cieche, non avendo affrontato ed analizzato il problema nelle sedi più opportune. Così invece non è per due ragioni fondamentali.
La prima ragione si riferisce al fatto che i dati che fornisce non sono realistici, infatti: 1) i giorni di lavoro al Porto di Gioia Tauro, per essere pignoli sono 363, ci si ferma solo notte di natale e capodanno; 2)una nave madre viene tranquillamente lavorata in due turni di lavoro per un tempo che non va mai, per essere generosi, oltre le 12 ore di lavoro; 3) il dato sull’assenteismo è il vero giallo e non può che essere utilizzato da Aponte in modo strumentale poiché come OO.SS. lamentiamo da tempo che non ci è stato consentito di accedere ai dati per analizzarli e condividerne. Con grande senso di responsabilità rinnoviamo la nostra disponibilità a collaborare. 4) per quel che riguarda i movimenti confermiamo che è vero che a Gioia Tauro vengono fatti 22 movimenti l’ora ma Aponte sa bene che si tratta di una scelta di organizzazione del lavoro e di costi-benefici perché il teminal con un maggior impiego di carrelli a mano di lavoro è attrezzato a raggiungere livelli più alti di movimentazione.
La seconda ragione della non realisticità di quanto afferma si riferisce alla non utilità dell’abbassamento dei costi di ancoraggio. Questo, come dichiara Salvatore Lorocca, Segretario Regionale Filt-Cgil e componente del comitato portuale è paradossale perché dal provvedimento di riduzione delle tasse di ancoraggio la sola MSC, a fronte di un costo previsto di cinquemilioniduecentomila euro, per effetto dello sconto, ha pagato solo unmilionecentomila euro, con una risparmio di oltre quattromiloni di euro. A questo punto, non vorremmo, invece, pensare che dietro la decisione di “dirottare” le navi verso il porto del Pireo e chiudere Gioia Tauro per ben 30 ore, si nascondano altri obiettivi del gruppo M.S.C. e magari trattative commerciali non proprio “tranquille” che rischiano di mortificare e relegare le ragioni del lavoro.
Vorremmo, inoltre, non pensare che ci troviamo davanti ad un impresa che antepone anche in maniera forzata le ragioni del profitto a quelle economiche e del lavoro.
Non è un caso che sia risaputo che il gruppo MSC è interessato ad entrare nella gestione del Porto ed è risaputo che questa trattativa è aperta da parecchi mesi e non si riesce a trovare la quadratura del cerchio.
Ma nonostante tutto siamo disponibili ad aprire una discussione seria e complessiva su Gioia Tauro con il terminalista, MSC e ovviamente la Regione Calabria e il Governo Nazionale per le parti che gli competono.
In questo senso le OO.SS. si sono impegnate in questi giorni per affrontare decisamente nelle sedi istituzionali, i ritardi che si stanno registrando per rendere più competitivo il Porto attraverso la realizzazione del gate-way ferroviario e di una attrezzata area per la logistica e la intermodalità.
Tutte opere indispensabili per superare quel gap infrastrutturale che oggi nega a Gioia Tauro di essere competitivo con altri porti. Fino ad ieri chiedevamo un intervento di sistema per riformare il sistema portuale per innescare meccanismi di vantaggio per rendere sempre più forte l’attività commerciale del Porto e per favorire la nascita di un sistema produttivo nell’area retro portuale.
Riteniamo, pertanto, che se le “osservazioni” di Aponte che per noi, naturalmente, nel merito sono prive di fondamento, servano anche da sprone siamo pronti ad accettare la sfida per un porto migliore e che gratifichi e valorizzi il valore lavoro.
Chiediamo, inoltre, al presidente della giunta Scopelliti di esercitare fino in fondo il proprio ruolo affinché il tavolo nazionale venga aperto nel più breve tempo possibile, questo anche al fine di bloccare tutte quelle manovre tendenti a ridimensionare il porto di Gioia Tauro.
E’ bene ricordare che stiamo parlando della più grande infrastruttura portuale nazionale che, ha aiutato lo sviluppo dell’intero sistema portuale del Paese, cosa non riconosciuta dall’attuale esecutivo nazionale, quando si può e si deve lavorare, invece, affinché Gioia Tauro con la sua immensa area retroportuale diventi la piattaforma logistica integrata del mediterraneo.