Morano: lectio del questore di Palermo agli studenti
“L’illegalità, il crimine si combattono non solo con gli apparati repressivi, ma è soprattutto un fatto culturale. Occorre stimolare le nuove generazioni ad acquisire consapevolezza di cosa è bene e cosa non lo è; insegnando a non abbassare la testa dinanzi alla prepotenza e all’arroganza; promuovendo sempre il rispetto e l’onestà. Perché il silenzio e l’indifferenza uccidono. Dire no alla mafia vuol dire studiare, essere culturalmente forti; vuol dire non chiedere mai la raccomandazione”.
Con queste parole il questore di Palermo, Renato Cortese, il superpoliziotto che ha catturato malavitosi e latitanti connessi a stragi e soprusi d’ogni genere, è intervenuto ieri al convegno tenutosi nell’auditorium comunale e organizzato dall’esecutivo De Bartolo in occasione dei settant’anni della Costituzione italiana. Cortese ha magistralmente interagito con la platea catalizzandone l’attenzione e spiegando - servendosi anche di riferimenti e fatti già rubricati dalla storia - come la sopraffazione in alcune aree del paese limiti e condizioni pesantemente la libertà dei cittadini e come l’unico modo per ribellarsi sia di stare sempre e convintamente con lo Stato.
I lavori sono stati introdotti dall’assessore alla Cultura, Rocco Antonio Marrone, il quale oltre a un dettagliato proemio sull’argomento, si è via via efficacemente intrattenuto sulle ricadute empiriche che la magna charta ha nella vita quotidiana e sull’attualità dei valori e dei principi generali che essa contiene. Il carattere formativo dell’evento è stato evidenziato dal sindaco Nicolò De Bartolo. Il quale, con linguaggio e atteggiamento commisurato alla sensibilità e alla capacità di ascolto dell’uditorio, ha declinato i concetti base del consesso civile, ponendo l’accento sui diritti e i doveri dei cittadini, sull’osservanza delle regole e la necessità di coltivare ed essere portatori di pace e buone relazioni, ognuno nel suo ambito e con le sue competenze.
Incentrato sul lavoro quale importante strumento di edificazione personale il contributo del dirigente scolastico del locale Istituto Comprensivo, Elena Pappalardo. E se il processo formativo può e deve prevedere spazi di condivisione finalizzati a sostenere scelte e decisioni che possono risultare determinanti nella vita dei ragazzi – il senso delle parole della preside dell’IC moranese - non da meno la conoscenza complessiva del corpus legis nazionale richiamata da Francesco Saverio Sesti, docente di Diritto civile all’Università Roma Tor Vergata. Il cattedratico si è soffermato in una piacevole e coinvolgente lectio che ha dimostrato come “la costituzione siamo noi: Leggiamola spesso – ha raccomandato Sesti - specialmente i primi articoli, con cuore aperto e mente libera”.
Dell’ordinamento intermedio, le Province, un tempo validi corpi intermedi, condannati dalle recenti riforme a un lento declino, ha trattato il consigliere provinciale Vincenzo Tamburi il quale, dopo aver citato il grande giurista Costantino Mortati, ha suggerito ai giovani studenti presenti in sala metodi di memorizzazione dei diversi enunciati della costituzione.
Affidato al consigliere regionale Franco Sergio il compito finale di sintetizzare. Facendo leva sui sentimenti, il presidente della I commissione Affari Istituzionali ha invitato i ragazzi ad impegnarsi nello studio; a riappropriarsi dell’orgoglio di essere calabresi; a lottare per i propri obiettivi e a svincolarsi dalle dipendenze, comprese quelle legate all’uso esagerato e spesso soffocante dei dispositivi tecnologici.
La manifestazione si è conclusa sul modello forum, con una serie di domande alle quali hanno dato risposta il sindaco De Bartolo e i relatori. Infine la consegna di una pergamena al dr Renato Cortese (per i meriti derivanti dalle sue quotidiane battaglie contro la criminalità e per l’affermazione dello Stato di diritto) nonché la distribuzione gratuita del libretto contenente la costituzione agli studenti ha abbassato il sipario su questa interessante e apprezzata iniziativa.